«Me ne fregherei di cento monumenti, io vorrei solo mio figlio e non me lo riporterà più nessuno». Il dolore di un padre davanti alla morte di suo figlio è quello. Non muta nemmeno 32 anni dopo. 30 settembre 1977, Walter Rossi, studente di sinistra, muore, ucciso dai fascisti durante un corteo per via della Balduina.
Trentadue anni dopo, davanti al monumento che lo ricorda, nella piazza a lui dedicata, accanto al padre, Francesco Rossi, c'è anche Gianni Alemanno. «È la prima volta che posso onorare e commemorare fino in fondo un ragazzo di sinistra ucciso in questa città», dice il sindaco di Roma, cresciuto nelle fila del Msi, a sottolineare il senso per lui di una giornata «importantissima». Almeno quanto quella in cui Veltroni, «rompendo un tabù, inaugurò con me la lapide per Paolo Di Nella», il militante del Fronte della Gioventù ucciso il 9 febbraio del 1983 con un colpo di spranga alla nuca, l'amico di gioventù che Gianni Alemanno ricorda portando ancora, sotto la camicia, una celtica.
«Si è interessato della vicenda di mio figlio, ha fatto sistemare il monumento che lo ricordava, danneggiato dall'ennesimo atto di vandalismo, mi fa piacere che sia qui», dice del sindaco il padre di Walter, Francesco Rossi, che 32 anni dopo ha alcune verità semplici e drammatiche da consegnare ai posteri. «Quando i ragazzi muoiono non esiste più il colore politico». Esiste solo «la distruzione delle famiglie, di destra e di sinistra» che la violenza esercitata in quegli anni si è lasciata alle spalle.
E il bisogno di verità. «Non possiamo accettare che degli omicidi che hanno visto vittime ragazzi di sinistra e di destra rimangano impuniti, ci deve essere, in questo senso, un impegno civile ed istituzionale importante, Roma deve continuare a lavorare sulla memoria, sulla ricostruzione di quanto avvenuto in quegli anni, perchè ogni velo venga sollevato», recita l'impegno che Alemanno prende davanti al monumento di Walter Rossi. E davanti a un padre che 32 anni dopo è ancora costretto a dire: «Come posso esser soddisfatto dell'iter giudiziario sulla morte di mio figlio?». Lo stesso Cristiano Fioravanti ammise di essere presente al momento dell'omicidio. E indicò in Alessandro Alibrandi l'assassino. «Ma Alibrandi è morto, a Fioravanti non gli hanno fatto niente e ormai - ripete il padre di Walter Rossi - mio figlio non me lo riporterà nessuno».
Ancora perplessa davanti alla via intrapresa con la commemorazione di Walter Rossi è la madre di Valerio Verbano, studente di sinistra, assassinato a 19 anni da un gruppo dei Nar il 22 febbraio del 1980. «Ognuno agisce come vuole, si vede che io ho i miei pregiudizi. Valerio era un antifascista mentre Alemanno è un fascista. Visto che rispetto la volontà di mio figlio, il sindaco non potrà partecipare al trentennale della commemorazione di Valerio nel febbraio del prossimo anno, del resto neppure i compagni e amici di Valerio vogliono che venga qui», fa sapere Carla Verbano, che oggi è una anziana ed energica signora di 85 anni. «Ho una certa età e mi ricordo bene di Alemanno, fin da quando era giovane e frequentava il quartiere romano di Talenti. Non credo che si possa cambiare da un momento all'altro, ma se Alemanno lo ha fatto, buon per lui».
Poi più tardi riapre qualche varco al dialogo. «Non è una questione che dipende da me - spiega-. Rispetto Alemanno come sindaco, ma voglio evitare che succedano delle storie.... Parlerò con i compagni e con gli amici di Valerio, che mi sono sempre stati vicini, e se non hanno niente da eccepire, vedremo. Se non ci saranno le condizioni potrà mandare una corona. Se ho parlato di fascismo è perché per me la destra è quello».
Anche lei i suoi gesti di pacificazione li ha fatti. L'abbraccio, voluto dal sindaco Veltroni, con Giampaolo Mattei, il fratello di Virgilio e Stefano, uccisi nel Rogo di Primavalle, aveva quel significato. Ma si trattava di solidarietà tra vittime
Lo scorso anno alla cerimonia di commemorazione fu presente il vice-sindaco Cutrufo. Un gesto che «ho gradito» e di cui «ho ringraziato lo stesso Alemanno», spiega la signora Carla. «L'ex-sindaco Veltroni, nonostante mi sia venuto a trovare in passato, non è mai venuto alla commemorazione di Valerio».