“Il clima di quello scorcio di settembre del 1977 era a Roma molto teso. Le azioni fasciste contro i militanti della sinistra si susseguono a ritmo serrato. Il 27 due studenti sono feriti a colpi di arma da fuoco all’EUR e la sera del 29 Elena Pacinelli, 19 anni, è colpita da tre proiettili in piazza Igea, luogo di ritrovo dei giovani del movimento. Per venerdì 30 viene organizzato un volantinaggio di protesta nel quartiere della Balduina. In viale medaglie d’oro i compagni di Elena, dopo aver subito un’aggressione con sassi e bottiglie partita dalla vicina sede del MSI, vedono un blindato della polizia avanzare lentamente verso di loro, seguito da un gruppo di fascisti che lo utilizza come scudo. Tra costoro c’è anche Andrea Insabato, autore nel 2000 di un attentato contro “Il Manifesto”. Dopo aver fatto fuoco contro i giovani di sinistra i missini arretrano, mentre gli agenti si scagliano su chi tenta di soccorrere Walter Rossi, 20 anni, militante di Lotta Continua colpito alla nuca. Proseguendo la corsa, il proiettile ferirà lievemente un benzinaio. Walter arriverà privo di vita in ospedale. Cortei e manifestazioni percorrono l’Italia nei giorni successivi, mentre sedi e ritrovi dei fascisti vengono devastati e dati alle fiamme. Durante i funerali 100 mila persone salutano Walter con le note dell’Internazionale.
Nessun provvedimento sarà preso nei confronti dei poliziotti presenti: 10 nel furgone blindato, 3 in una volante vicina e due o tre in borghese che si muovevano a piedi, secondo quanto dichiarato dal dirigente, dott. Falvella. Il fermo dei missini avverrà solo 1 ora e un quarto dopo gli spari. I 15 arrestati, tra i quali Riccardo Bragaglia, risultato positivo al guanto di paraffina, saranno ben presto scarcerati e prosciolti dall’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio, e in seguito da quella di rissa aggravata, contestata anche a quattro compagni di Walter. Il missino Enrico Lenaz, arrestato il 4 ottobre, tornerà libero dopo pochi giorni. Nel 1981 alcuni pentiti indicarono nei fratelli Fioravanti e in Alibrandi i possibili assassini. Cristiano Fioravanti, arrestato per appartenenza ai Nar, ammise di essere stato presente ai fatti armato di una pistola, a suo dire difettosa, fornitagli da Massimo Sparti. Attribuì ad Alessandro Alibrandi il colpo mortale e a Fernando Bardi la detenzione dell’arma omicida. In seguito alla morte di Alibrandi in uno scontro a fuoco con la polizia il procedimento penale fu archiviato. Fioravanti venne condannato a nove mesi e 200 mila lire di multa solo per i reati concernenti le armi.
La vicenda giudiziaria si è definitivamente chiusa nel 2001 con l’incriminazione di tre compagni di Walter per falsa testimonianza e il non luogo a procedere, per non aver commesso il fatto, nei confronti di Cristiano Fioravanti, che ora vive libero, sotto altro nome, protetto dallo stato.”
L’ASSOCIAZIONE
L’Associazione si è costituita nel 1997, a vent'anni di distanza
dall’assassinio di Walter.
Il suo obiettivo è quello di individuare i responsabili dell’omicidio,
ma anche di raggiungere la verità sulle uccisioni di altri militanti
della sinistra e sulle stragi e gli attentati che hanno insanguinato il nostro
paese nell’ambito di quel processo di stabilizzazione violenta del potere
che si è espresso attraverso la strategia della tensione.
Una verità che deve essere innanzi tutto giudiziaria – per questo abbiamo chiesto e ottenuto la riapertura dell’inchiesta, archiviata pure se un noto pentito fascista aveva confessato di essere stato presente, armato, al momento dell’omicidio – ma anche e soprattutto storica, per rendere giustizia alla memoria di quegli anni, sconfiggere la criminalizzazione delle lotte, opporre un rifiuto al revisionismo storico che intende relegare l'antifascismo e il comunismo fra i fatti ormai superati, che ci vorrebbe uniformati e integrati in una società basata sull’ingiustizia e l’oppressione.
Per questo l’Associazione è attualmente impegnata nella proposta di un collegamento fra le varie realtà che si occupano di giustizia, verità e antifascismo, con l’obiettivo di costruire una rete di informazione e discutere la possibilità di realizzare annualmente una Giornata della verità e della memoria.
***