Ricapitoliamo: una cinquantina di senatori scopre che due funzionari di ps - indagati per gli abusi e le violenze alla Diaz, a Bolzaneto e sulle strade del G8 - hanno ricevuto il massimo dei voti per il loro servizio dell'anno 2001. Grandi e piccoli sindacati di ps hanno gridato allo scandalo, facendo quadrato attorno a De Gennaro, autore delle valutazioni, e scagliandosi violentemente contro Gigi Malabarba, capogruppo Prc e primo firmatario dell'interrogazione "scandalosa" che denunciava la pulizia "etnica", interna alla ps, grazie ai meccanismi di promozioni e trasferimenti. Il più "cattivo" è stato Oronzo Cosi, leader Siulp, che ha accusato il senatore di «aggressione incivile» all'istituzione e di «giustizialismo sommario».
Ma il Siulp non era la "polizia democratica"? «Perché Cosi si presta a questa operazione?», si chiede, Imma Barbarossa della segreteria del Prc. E poi, aggiunge il cronista, dove si sono visti mai dirigenti sindacali schierati acriticamente col capo dell'azienda? «Penso sia una forma di "generosità" tipica dei poliziotti nei confronti del proprio ambiente», risponde Luigi Notari, bolognese, 51 anni, segretario nazionale del Siulp e leader del gruppo di sinistra che non ha seguito la scissione, nel '99, della componente legata alla Cgil. C'è, all'interno del suo sindacato, chi usa parole più dure per descrivere la situazione dell'"azienda Viminale". Resta il fatto che Notari non condivide la presa di posizione di Cosi e ritiene «un errore» promuovere così gli indagati del G8: «Ci sono tanti altri funzionari bravissimi e con aspettative di carriera e anche migliaia di lavoratori che se la bruciano, la carriera, per problemi discipinari. Ma le cordate - spiega - sono un problema storico della polizia». Così come storica è, per Notari, questa deriva «identitaria» che ha radici nei tempi bui della Uno bianca. «Noi "riformisti" ci aspettavamo che quella tremenda esperienza servisse a costruire un approccio diverso e, invece, l'attuale prefetto di Roma Serra, che guidò una commissione d'inchiesta, ripropose un modello gerarchico, fu l'esordio del modello americano». Passò del tempo ed ecco arrivare l'"americano" per eccellenza, De Gennaro, nominato dal governo Amato. «Se gli Usa c'entrano qualcosa è col nuovo modello di difesa - continua Notari sorvolando sul capo - la prima grande riforma istituzionale della seconda repubblica, fatta in silenzio e partita nel '91. Già allora si pensò di stimolare l'arruolamento nell'esercito offrendo posti nelle forze dell'ordine, tipicamente americano». Intrecciata a questi processi la crisi sindacale - «senza riforma non c'è nemmeno movimento sindacale» - dopo la creazione di un comparto negoziale difesa-sicurezza con lavoratori sindacalizzati (i poliziotti che comunque non hanno il diritto di sciopero) e altri senza diritti (carabinieri e forze armate). In nome dell'"armonizzazione delle carriere" si intacca una delle figure chiave della polizia riformata, quella dell'ispettore, «una sorta di operaio specializzato in indagini con propria autonomia investigativa», si appesantiscono le strutture e cresce la verticalizzazione. Nella Cgil, racconta ancora Notari, si fece forte la suggestione di conquistare, con il centrosinistra al governo, i diritti sempre negati alle forze armate. Il Siulp perde la componente Cgil, nasce il Silp che si collega con associazioni di militari. Guida l'operazione il dottor Sgalla che diventerà portavoce di De Gennaro e, a Genova, sarà l'uomo che sbarra il passo a parlamentari e legali accorsi alla Diaz. Ma l'Ulivo lavorerà solo per i carabinieri trasformandoli in quarta forza armata. Quella della ps resterà «una riforma incompiuta, con la marginalizzazione delle donne e modelli disciplinari inquisitori».
A Napoli, nel marzo 2001 e quattro mesi dopo a Genova, la polizia democratica entra in uno «stato di soggezione» che, per Notari, «continua a persistere perché, quando costruisci (anche per dirottare l'attenzione dalla carenza di risorse) l'identità di una polizia paternalista, scatta una forma di rispetto della "famiglia". Si torna alla stagione dei corpi separati». E mentre le burocrazie si stringono intorno a De Gennaro, il capo della polizia si inventa una festa - s'è vista domenica a Cesena - dove i reparti di ps si ripropongono in tutta la loro marzialità. Immagini da Istituto Luce che svelano «l'allontanamento dalla vocazione civile della polizia fatta da cittadini normali che fanno un mestiere particolare - spiega ancora - questa dirigenza insegue ormai il modello militare dei cc che non rispondono a nessuno hanno risorse e prestigio e non c'è il sindacato che rompe i coglioni».
«Non era questa la polizia che volevamo costruire», recita uno dei tanti messaggi (questo era di Ennio di Francesco, un dirigente congedato anzitempo) ricevuti in questi giorni da Malabarba che, intanto, segnala un'altra inquietante notizia proveniente da Alessandria dove il sindaco diessino intende conferire la cittadinanza onoraria a De Gennaro. Peccato che nel carcere di quella città finirono molti dei desaparecidos, arrestati illegittimamente, del G8.