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Tutti contro Malabarba che ha denunciato le promozioni di indagati
G8, sindacati di ps scatenati: proibito criticare De Gennaro
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione, 17 settembre 2005
17 settembre 2005

Per chi esprima dubbi sull'operato delle polizie a Genova e per le continue promozioni di funzionari indagati, i sindacati e i sindacatini di ps hanno in serbo da sempre un violento linciaggio mediatico. Stavolta la loro vittima sacrificale è Gigi Malabarba, capogruppo al Senato di Rifondazione e "colpevole", ai loro occhi di aver denunciato, con un'interrogazione firmata da altri 50 senatori, lo scandalo delle promozioni col massimo del punteggio per alcuni pezzi da 90 indagati per i misfatti del G8. In particolare, Alessandro Perugini (allora vice capo della digos genovese, indagato per le torture a Bolzaneto e famoso per il video che lo ritrae mentre si accanisce su un minorenne già malconcio e immobilizzato) e Vincenzo Canterini (il capo dei celerini che fecero la violentissima irruzione nella scuola Diaz nel corso della quale furono operati 93 arresti illegittimi e furono costruite prove fasulle, uno che di fronte al pericolo di essere "sacrificato" chiese ripetutamente una vera inchiesta parlamentare) hanno conseguito il massimo del punteggio - 55 - anche in relazione all'anno della mattanza genovese. Capo della commissione: il contestato capo della polizia De Gennaro.

Per Malabarba, che è anche membro del Copaco, è in corso uno scontro tra apparati con devastanti conseguenze sull'organizzazione della ps, con un mix di promozioni e prepensionamenti De Gennaro starebbe allontanando i quadri più democratici. Finché non c'è giudizio di colpevolezza non si possono stoppare le promozioni, detta alle agenzie Filippo Saltamartini, leader del Sap (il sindacato che fece campagna elettorale con Gasparri mettendo in scena finti sconfinamenti di migranti) glissando sull'inverosimile punteggio per chi è stato immortalato da ore di filmati (molto più di «una semplice incriminazione») mentre commette abusi giudicati, da Amnesty, la più grave violazione dei diritti umani dal dopoguerra. A fare quadrato attorno a De Gennaro arriva anche Filippo Aliquò, leader dell'Anfp. Questa sigla di funzionari, tempo fa, affittò una pagina del Corsera per denunciare l'eversiva riforma dell'Arma dei carabinieri. Ma le sue preoccupazioni per la legalità costituzionali sono svanite come neve al sole di Genova. Per Aliquò non ci sarebbe pulizia etnico-ideologica nella ps e Malabarba vorrebbe destabilizzare l'istituzione secondo un «disegno internazionale di contrapposizione alle logiche democratiche». La più feroce, anche nei confronti dei dimostranti napoletani e genovesi, è la cosiddetta polizia democratica: il Siulp (dalle cui fila proviene il dottor Sgalla, nel 2001 portavoce di De Gennaro, che definì la notte cilena della Diaz una «normale perquisizione») accusa Malabarba di «giustizialismo sommario» e di «aggressione incivile» e il suo segretario, Oronzo Cosi, non dice nulla sul criterio dei punteggi ma ripete la litania garantista peraltro mai messa in discussione dai senatori interpellanti. Trova spazio perfino Giuseppe Tiani, leader del Siap e fratello dell'agente considerato la "gola profonda" che a Bari imbeccava i raid squadristici di Forza Nuova.

«Le vere provocazioni sono le continue promozioni, vere e proprie assoluzioni a priori - replica Vittorio Agnoletto, eurodeputato Prc, all'epoca portavoce del Gsf - da Genova in poi gran parte dei giovani percepisce la polizia come simbolo di violenza garantita dall'impunità».