Cara Liberazione,
sulla strage di Ustica credo sia doverosa una precisazione, dopo la recente sentenza che ha assolto i generali Bartolucci e Ferri. Mi sembra infatti che questa notizia la si stia pubblicizzando in modo non del tutto corretto. Non mi riferisco in modo specifico a Liberazione, ma più in generale al mondo dell'informazione, dove si sta parlando di una strage "senza nessun colpevole" o, peggio, "senza nessuna verità", rischiando di fuorviare l'opinione pubblica.
Ferma restando l'indignazione per l'ultima sentenza, è bene ricordare che lo scenario in cui si consumò la tragedia fu compiutamente descritto nel 1999 dal giudice Rosario Priore, che scrisse: "l'incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento. Il DC9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un'azione che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto". Una descrizione semplice ed esaustiva del quadro generale, che purtroppo non chiarisce i dettagli su chi provocò l'abbattimento dell'aereo, né sul perché di quell'atto di guerra.
Se, dunque, bisogna rispettare le sentenze, è bene rispettarle tutte. E oggi è opportuno ricordare che l'assoluzione dei due generali non giustifica assolutamente certi commenti (tipo quelli di Giovanardi dell'Udc), che mettono in discussione l'abbattimento dell'aereo rispolverando l'ipotesi di una bomba a bordo, e neppure il coro di soddisfazione levatosi da ambienti dell'aeronautica militare, che non deve confondere l'assoluzione di due suoi elementi con il giudizio storico sul suo operato nel "caso Ustica".
La magistratura in questa occasione è stata deludente, certo, ma il giudizio emesso va rapportato ai soli aspetti in discussione, e non trasformato in una sorta di sudario che va a coprire il 27 giugno 1980, cancellando indirettamente anche quel po' di verità che si era ottenuta. Il recente processo, al di là del suo epilogo, riguardava esclusivamente due imputati sotto il profilo del loro comportamento, ipotizzato come inquinatore delle indagini. La sentenza non ha dunque messo in discussione (né poteva farlo) la ricostruzione dei fatti operata dal giudice Priore, né sotto il punto di vista della dinamica dell'accaduto, né sotto quello del comportamento tenuto dagli ambienti militari.
Tutto un altro discorso è il constatare che si vorrebbe consegnare Ustica (cancellando di fatto la sentenza-Priore) alla lunga lista dei misteri italiani irrisolti. Questo è da evitare, proprio perché su Ustica (checchè ne dicano Giovanardi o esponenti delle forze armate) ad una parte della verità siamo arrivati. Ed è dovere di tutti (istituzioni, politica, ma anche e soprattutto mondo dell'informazione) difendere quel brandello di verità, perché la vicenda del DC9 abbattuto è un fatto che riguarda tutti. Con il nostro lavoro possiamo riuscire a far sì che quel brandello si trasformi in verità completa, se non nelle aule di un tribunale nella coscienza collettiva dell'intero Paese.