La strage di Ustica non ha colpevoli. A 27 anni dall'esplosione in volo del DC9 dell'Itavia diretto a Palermo, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha impiegato cinque ore per dichiarare definitivamente innocenti i due generali dell'Aeronautica accusati di aver depistato le indagini. Resta preclusa quindi la possibilità di riaprire il processo anche per la parte relativa ai risarcimenti civili. La Suprema Corte ha deciso che i familiari delle 81 vittime non avranno alcun indennizzo dallo Stato. Ma il governo, pur rispettando la sentenza, assicura che il risarcimento ci sarà: è stata inserita in Finanziaria una norma che equipara i parenti delle vittime della strage ai familiari delle vittime del terrorismo, garantendo così un risarcimento. Detto questo, però - si osserva in ambienti di Palazzo Chigi - dal governo non si entra nel merito della sentenza e si sottolinea il "massimo rispetto" per il lavoro della magistratura.
Familiari, stupore e rabbia. Tra i familiari delle vittime, un senso profondo "di amarezza e indignazione per ciò che è accaduto in questa vicenda anomala". Così l'avvocato Alfredo Galasso, legale di alcuni parenti delle vittime di Ustica, commenta il verdetto emesso oggi dalla Corte di Cassazione: "Lo Stato a livello di tutte le sue articolazioni consegna alla storia come mistero una delle più grandi tragedie italiane. In 27 anni non si è riusciti a raggiungere la verità". Il legale, inoltre, ribadisce di essere "convinto che si trattò di una 'pirateria' aerea. La verità del giudice Priore è la nostra verità".
Soddisfazione tra gli imputati. "E' la fine di un incubo", ha detto il generale Franco Ferri, imputato di alto tradimento insieme al collega Lamberto Bertolucci. "Finalmente la mia onestà è stata riconosciuta definitivamente".
Confermato l'appello. Resta confermata la sentenza della Corte d'Appello di Roma del 15 dicembre 2005 che aveva assolto con la formula "perché il fatto non sussiste" i due alti ufficiali dell'Aeronautica. Al cambiamento della formula puntava invece la Procura generale e anche il governo difeso dall'Avvocatura dello Stato che chiedevano di modificare la formula con la dizione "perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato" che avrebbe lasciato aperta ai familiari delle vittime la strada per la richiesta di risarcimento. La prima sezione penale presieduta da Torquato Gemelli ha optato per l'assoluzione piena e definitiva ai generali, precludendo in questo modo la possibilità di qualsiasi richiesta di risarcimento.