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Il Rave, il Questore e il Calcinaccio
Checchino Antonini
30 ottobre 2012

Il questore si lascia intervistare per scaricare le responsabilità sul ferimento della ragazza durante la carica di Cusago. La colpa è dei calcinacci. Leggere per credere: «A Milano, come in tutto l'Occidente, questi eventi musicali sono molto pericolosi, perché organizzati da precisi approfittatori, che procurano enormi amplificatori, trasportati su mezzi pesanti, in grado di emettere musica ad altissimo volume. Ogni sostanza alcolica e a volte stupefacente viene distribuita e questo compensa la gratuità degli eventi.
Si organizzano in luoghi abbandonati, con gravi rischi per l'incolumità fisica delle persone. Sabato sera per esempio si era in un capannone pieno di calcinacci, una ragazza nel caos è inciampata, è caduta e ha battuto la testa e ora è in prognosi riservata. E purtroppo spesso alcuni ragazzi sono morti per overdose o sono andati in coma per mix di alcol e droghe. E in una zona abbandonata la potenzialità di pericolo, anche per la lontananza dei soccorsi, è immensa. Basterebbe un impianto elettrico difettoso, la caduta di un fulmine, un amplificatore che salta, per creare ondate di panico. Di qui il senso dei nostri interventi, sempre in forma dissuasiva».

Ma un'ennesima testimonianza lo smentisce.

«Siamo arrivati al capannone verso le 20, siamo entrati da un buco in una rete indicataci da un signore che diceva di essere il proprietario di uno degli stabili, era tutt'altro che ostico nei nostri confronti, direi accomodante, subito dopo però abbiamo notato che all'ingresso principale erano già presenti decine di celerini in tenuta antisommossa, non sapevamo ancora cosa ci aspettava.
Dentro l'edificio c'erano già un migliaio di persone ma la musica continuava a saltare, siamo usciti e abbiamo intravisto gli organizzatori parlare con delle sinistre figure (in seguito identificati come digos) nel mentre però decine e decine di celerini ci stavano accerchiando.
Torniamo dentro, forse li siamo al sicuro pensai, la musica si stacca definitivamente, vedo strani movimenti, rassicuro i miei amici e vado a vedere alla porta, in quel momento il delirio: tutti corrono tra urla e schiamazzi . sono entrati..

Si spengono le luci, una schiera ben compatta di guerriglieri in divisa armati di scudi e manganelli e lacrimogeni cominciano a colpire l'inerme sound e le luci; inevitabile lo scontro.

Volano calcinacci, bottiglie, tutto quello che si trova per terra, dopo la prima carica la folla si disperde, cerco di aiutare un ragazzo rimasto a terra ma non si alza, fuggiamo tutti nel capannone adiacente, siamo in trappola.

Rimasto solo cerco di uscire; nella luce soffusa proveniente dai telefonini degli altri ragazzi vedo celerini che massacrano di botte ragazzi indifesi chiusi contro i muri dello stabile, sangue.

Vedo della gente che nell'intento di sfondare le porte per uscire si taglia le mani con lamiere arrugginite, riesco ad uscire.
Giudicate voi se questo è uno sgombero preventivo, per mantenere l'ordine. Hanno creato il disordine nelle nostre vite e nelle nostre anime, questo è il racconto di un giorno che doveva essere una festa».

E' fissato, intanto per questa mattina a San Vittore davanti al gip di Milano l'interrogatorio di garanzia dei quattro giovani arrestati durante le violentissime cariche poliziesche di sabato sera a Cusago. I quattro sono accusati di resistenza e violenza. Ancora stabili le condizioni della ragazza 22enne di Cuneo che ha subito un'operazione, dopo essere caduta a terra, picchiando la testa a causa della violenta carica disposta dal Questore di Milano: 150 celerini, arrivati dal servizio stadio a San Siro per Milan-Genoa, che con lacrimogeni e manganelli hanno attaccato i partecipanti all'evento, uccidendo con brutalità un cane. 50 i feriti tra i ravers.


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