Mio padre era uno di questi ufficiali ed io sono, con un nipote che vive in Brasile e porta il nome di mio padre, Francesco De Negri, l'unica parte civile nel processo.
I miei avvocati sono: Gilberto Pagani, in Italia e Michael Hofmann a Monaco, entrambi, facenti parte dell'assoc. avv. democratici europei, entrambi a Genova al G8 del 2001, e , in questi giorni , naturalmente a Rostock.
Il procedimento, ancora in corso a Monaco di Baviera, è stato iniziato a Dortmund dal P.M. Ulrich Maas, ed è poi stato passato, circa 3 anni fa, a Monaco per competenza territoriale.
Il P.M. che se ne è occupato è stato dapprima il sostituto procuratore Kostantin Kuchenbauer , molto motivato. Ha fatto lui le rogatorie in Italia, appoggiandosi al Procuratore Militare di Roma Antonino Intelisano.
E' stato in seguito sostituito ( promosso ) e il procuratore capo Stern ha emesso personalmente l'ordinanza di archiviazione, famigerata, nel luglio dell'anno scorso.
August Stern definiva, nella sua ordinanza di archiviazione gli italiani " traditori e quindi passibili di fucilazione poichè paragonabili ai disertori tedeschi".
Io mi sono costituita parte civile nel 2005. La costituzione è stata accettata dopo alcuni mesi. Con me si è costituito solamente un nipote, che vive in Brasile e porta il nome di mio padre, Francesco De Negri.
Ho fatto immediatamente, ricorso all'ordinanza di archiviazione Stern , di sapore decisamente hitleriano e assolutamente oltraggiosa, non solo per i massacrati di Cefalonia ma per tutti gli italiani, di oggi, che non dovevano accettare nell'Europa unita del 2006, la decisione di un giudice che accoglieva , in toto, le tesi di Hitler.
Il 2 febbraio 2007, il procuratore Generale della Baviera, Musiol, che aveva nel frattempo avocato a sè il procedimento, ha emesso una decisione di conferma dell'archiviazione, esprimendo il "rincrescimento" ( bedauern ) non le scuse ( entschuldigung ) suo e del procuratore capo Stern per il caso gli italiani si fossero offesi a causa dell'uso della parola "traditori" ( che però , essendo tra virgolette, non doveva a parer suo oltraggiare nessuno).
I tedeschi ( e anche noi ed altri paesi ) esprimono facilmente il "rammarico" per i crimini commessi durante la seconda guerra mondiale, non " chiedono scusa ", perchè questo aprirebbe la via ad assunzione di responsabilità non volute e ad eventuali risarcimenti.
Ho fatto ricorso anche contro questa decisione e sto aspettando la decisione della Corte d'Appello della Baviera, che sta stranamente tardando. Questa è l'ultima istanza che mi è concessa. Siamo comunque ancora nella fase istruttoria : si discute del possibile rinvio a giudizio del possibile imputato Otmar Muelhauser, che non ha mai negato di aver dato l'ordine di fucilazione , quel giorno, in quel luogo.
Il mio avv. tedesco, che ha presentato un ultimo ricorso di 40 pagine, sostiene che lo respingeranno ma il ritardo significa che la Corte d'Appello sta cercando, con difficoltà, di trovare motivazioni valide e credibili, certo non facili.
Il 24 febbraio ed il 16 aprile di quest'anno, sono usciti, sulla Suddeutsche Zeitung due articoli di uno storico tedesco importante , Alexander Krug, che criticava con estrema severità l'operato della magistratura di Monaco 1, proprio a proposito di questo procedimento.
Sul procedimento in corso a Monaco ci sono stati anche un parere, pro -veritate, del prof. Giuliano Vassalli , molto bello e un parere , severo e appassionato, ma molto pessimista sul desiderio della magistratura tedesca di fare giustizia, dello storico tedesco Gerhard Schreiber.
Vedremo. Per me comunque è già un parziale successo avere il DVD degli atti, tutti, circa 11.000 pagine, 20 faldoni , che serviranno agli storici per comprendere meglio e di più ciò che è successo a Cefalonia in quei terribili giorni. Ci sono 260 testimonianze, atti della polizia di Monaco, fotografie, rogatorie fatte in Italia, in Grecia. Farò venire in italia anche il materiale cartaceo. Naturalmente per ora tutto questo è ancora " sub judice" e quindi riservato, anche perchè, anche se il Proc. Militare di Roma, Antonino Intelisano mi ha detto che lui non vorrebbe aprire un procedimento in Italia, io cercherò egualmente di farlo, quando a Monaco tutto sarà finito. E competente può essere solamente la Procura Militare di Roma.
Il mio motto è CONOSCERE PER NON DIMENTICARE, per il futuro PER I GIOVANI, PER LA PACE.
In questa mia battaglia, che ho iniziato molto sola, con i miei avvocati, ho poi avuto molto vicini :
ANED Torino, con Primarosa Pia, che mi ha dato un aiuto costante e importantissimo, Maria Laura Angioni di Storia e Memoria di Roma, l'ANPI , e molti parlamentari , solamente però di RIFONDAZIONE COMUNISTA E dei COMUNISTI ITALIANI. Tutti questi si sono "fatti avanti da soli", con ben cinque interrogazioni parlamentari e un interesse affettuoso e costante.
Anche il Quirinale, con il consigliere del presidente , Arrigo Levi, mi è stato costantemente vicino. E credo che la presenza di Napolitano a Cefalonia, il 25 aprile, dove ha parlato anche del processo di Monaco, abbia avuto un grande significato simbolico ed anche di solidarietà.
Due senatori di rifondazione, Claudio Grassi e José Luiz Del Roio, con Orietta Coltellacci dell'ANPI di Roma, Primarosa Pia dell'ANED di Torino, Pino Landonio , allora DS, consigliere comunale a Milano , mio fratello Enzo De Negri, e molti altri amici solidali, sono venuti con me, l'8 dicembre dello scorso anno, a Monaco di Baviera, dove era stata organizzata una Conferenza Stampa ed una manifestazione davanti al Tribunale, sul processo in corso per Cefalonia. Erano presenti i miei avvocati Gilberto Pagani e Michael Hofmann.
Il tutto era stato organizzato dal "GRUPPO DI LAVORO ITALO- TEDESCO CONTRO LA TRADIZIONE NAZISTA", costituito da giovani storici tedeschi ( di italiani non ne ho ancora conosciuto, mentre mi è stato molto vicino un giovane storico tedesco che lavora all'Istituto storico della Resistenza di Reggio Emilia, Matthias Durchfeld ).
L'8 dicembre è stata per me a Monaco una bellissima giornata, non solo perchè c'era il sole ma perchè c'erano molti giovani, tedeschi, motivati e antifascisti ( per loro, anche negli striscioni il FASCISMO NON è UN'OPINIONE, E' UN CRIMINE , il nazismo è CONTENUTO nel fascismo ), giovani storici che stanno insegnando ad altri giovani, la lotta contro il fascismo, anche per le generazioni future e per la PACE.
Già in quei giorni i giovani amici tedeschi ci avevano parlato di questa contromanifestazione che, dal 2002, il loro gruppo fa in occasione della parata dei Gebirgsjager, a Mittenwald a pentecoste.
Mio fratello ed io avevamo dato la nostra incondizionata disponibilità a partecipare.
Quest'anno eravamo, diciamo così, gli "ospiti d'onore". Questo mi ha anche un poco inorgoglito poichè nel 2003 era stato ospite Amos Pampaloni, l'eroe di Cefalonia.
Con me e mio fratello ha partecipato a questa contromanifestazione , che il governo della Baviera ha vietato, anche Paola Fioretti figlia del col. Giovanni Battista Fioretti, capo di stato maggiore a Cefalonia ed anche lui fucilato alla Casetta Rossa, il 24 sett. 43 : aveva solo 38 anni.
Della parata dei Gebirgsjager, e delle cose vergognose lì accadute, ho parlato nella mia lettera al signor Rocci, l'alpino che ha deposto la corona al monumento al corpo dei massacratori.
A Mittenwald sono però successe anche cose belle e toccanti.
Alla riunione, sotto un grande tendone di sabato 26 mattina, erano presenti circa 300 giovani, venuti anche da lontano, molto solidali e motivati.
Abbiamo parlato mio fratello ed io , Paola Fioretti, Nikos Fokas, partigiano EAS/ELAM, che aiutò molto gli italiani che riuscirono a sfuggire allo sterminio e Richard Wadani, un disertore della Wehrmacht.
C'è stata poi, e questo è stato il momento ( durato moltissime ore ) più emozionante, della lettura dei nomi dei massacrati a Cefalonia, Kommeno e Lyngiadis, tutte località d'azione degli eccidi dei Gebirgsjager.
La lettura è iniziata sabato pomeriggio, sospesa a notte per la pioggia violenta e ripresa alle 7 del mattino di domenica, il giorno di pentecoste, il giorno della "glorificazione" del corpo dei massacratori.
La polizia bavarese era presente in numero esorbitante. Con noi ci sono stati, direi, solo piccoli scontri, senza violenza.
Il Manifesto di domenica, 3 giugno, ha pubblicato un articolo, tutta la pag. 10,a firma di Guido Ambrosino, assolutamente esaustivo e preciso sul tema. Ambrosino, da Berlino, sapeva e capiva molte più cose, ed aveva verificato più informazioni di quanto non fossimo in grado di fare noi, essendo presenti, anche alla orrenda parata ( mio fratello, come privato cittadino è riuscito a vedere tutto ciò che è accaduto all'Hoher Brendten ).
Marcella De Negri