AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
Brescia, 11.5.05
OGGETTO: materiale giudiziario relativo alla strage di Piazza Fontana giacente presso il Tribunale di Catanzaro.
Caro Presidente,
La ringraziamo per le parole da Lei espresse in ordine alla sentenza per la strage di Piazza Fontana. Anche noi rispettiamo le decisioni della Magistratura senza però dimenticare che siamo di fronte all'ennesimo giudizio contraddittorio (soltanto per quanto riguarda le singole responsabilità) e, per noi, denso di amarezza.
Amarezza perché ancora una volta viene negato ai nostri morti, a noi familiari superstiti e al Paese il diritto alla giustizia. Una mancata giustizia che pesa come un macigno sulla storia di questo Paese e sulle sue istituzioni.
Amarezza che nelle stesso tempo non ci fa dimenticare quanto di importante quella sentenza affermi in termini di responsabilità politica e storica della strage: la destra neofascista ha agito col supporto di servizi segreti esteri e con l'appoggio di uomini degli apparati dello Stato italiano.
Se ci rivolgiamo ancora una volta - e pubblicamente - a Lei è per farLe presente l'ennesimo "schiaffo" istituzionale rivolto ai morti innocenti delle stragi avvenute nel periodo della strategia della tensione.
Dalla stampa del 29 aprile scorso, apprendiamo che in uno scantinato del Tribunale di Catanzaro sono a rischio di deperimento tutti i materiali sulle inchieste inerenti la strage di Piazza Fontana.
Rileviamo anche che per recuperare tale documentazione (di cui esiste un'unica copia per dei documenti) e renderla accessibile agli studiosi occorrerebbe provvedere alla sua informatizzazione. Purtroppo mancano circa 50.000,00 Euro per coprirne i costi.
Come Lei ben conosce, quella strage segna l'inizio di una stagione in cui si susseguirono altre stragi, altri morti e come per Piazza Fontana anche per Piazza Loggia (28 maggio 1974) e il treno Italicus (4 agosto 1974), a tutt'oggi non si è individuata alcuna responsabilità.
Impunità non frutto del caso ma resa possibile dai comportamenti tenuti da uomini e apparati dello Stato che si sono frapposti alla ricerca della verità. Un dato purtroppo ormai acclarato da diverse sentenze definitive.
Un periodo, quello che va dal 1969 al 1974, in cui ci sono stati 49 morti e oltre 200 feriti, ed è ormai acquisito, anche dalla Commissione Stragi (non più rinnovata nella legislatura in corso), che esso vada letto dentro un unico disegno eversivo condotto dalla destra neofascista contro la democrazia del Paese.
Disegno eversivo ancor più reso esplicito il 28 maggio 1974 quando in Piazza della Loggia a Brescia, veniva colpita una manifestazione antifascista organizzata da tutte le forze politiche e sociali della città.
Per questo eliminare anche un solo tassello da quel periodo, come gli atti giudiziari prodotti per la strage di Piazza Fontana, significa annullare ulteriori possibilità di comprensione di tutte le stragi di quel quinquennio e vedere i nostri morti innocenti morire una seconda volta.
E' possibile accettare tutto ciò? E' possibile che nelle pieghe del bilancio statale non si possano trovare 50.000,00 Euro per non porre una pietra tombale su quel periodo della storia italiana? E' questo il risultato dell'impegno istituzionale che viene copiosamente enunciato in occasione dei vari momenti commemorativi? Oppure non si vuole che almeno la verità storica costituisca una forma di giustizia risarcitoria per quei morti e per il Paese?
Caro Presidente, ci scusi per questa amarezza, ma cosa possiamo dire dopo 36 anni di nostro impegno, svolto soprattutto nelle scuole, per far capire alle nuove generazione cosa produce la violenza quando essa si sostituisce al dialogo? Come trasmettere loro che la democrazia, le sue istituzioni sono un bene da difendere ogni giorno con la propria partecipazione nonostante "i perché" di queste impunità? Cosa risponderemo a questa generazione quando ci domanderanno spiegazione di tutto ciò: che il deficit pubblico è aumentato e quindi è giusto sacrificare la memoria della storia del Paese nonostante spesso abbiamo sentito affermare che "Un Paese senza memoria è un Paese che non ha futuro?".
SapendoLa sensibile a questi fatti e conoscendo il suo impegno profuso per non creare impedimenti alla ricerca della verità, ci auguriamo che un Suo autorevole intervento possa risolvere positivamente quanto da noi evidenziato.
A Sua disposizione per ogni esigenza, con cordialità.
Manlio Milani - Presidente Associazione Familiari Caduti strage di Piazza della Loggia.
Luigi Passera - Presidente Associazione Familiari Caduti strage di Piazza Fontana.