di Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin - Feltrinelli
Questo è un libro per chi ricorda, ma anche per chi non ricorda e per chi ancora non sa. Al centro della storia qui narrata c'è la strage di piazza Fontana, la "strage" per antonomasia, che il 12 dicembre 1969 consegn" sedici morti e ottantaquattro feriti alla coscienza civile e politica italiana. Quello che dapprima si tent" di dipingere come un attentato anarchico e poi fu verosimilmente identificato come un attacco neofascista alla democrazia è rimasto un delitto impunito. Depistaggi, misteri, oblio hanno concorso a lasciare irrisolto il terribile enigma di questo crimine. Oggi, accertati da nuove indagini, i legami fra un gruppo di picchiatori neri della provincia veneta e i livelli occulti degli apparati di stato tornano in verbali, interrogatori e deposizioni, e mettono in evidenza un disegno di destabilizzazione politica che, pur fallendo in parte, ha segnato trent'anni di vita civile in Italia. Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin, un giornalista e uno scrittore, per la prima volta ricostruiscono il background umano e culturale del Veneto neofascista, il materializzarsi tragico dei progetti stragisti, l'architettura del mistero che ha occultato mandanti e responsabili diretti, e infine le nuove piste che hanno condotto alla riapertura del processo. Ne risulta una storia di intrighi e violenze feroci, di trame sofisticate e maldestre provocazioni, di cialtronerie e infamie, insieme a una sequenza di verità offese che devono venire alla luce.