Ci sono persone poco conosciute ai più che hanno avuto invece una grande importanza nella storia di tutti. Una di queste è Francesca Dendena, scomparsa da poco per malattia.
Francesca Dendena è stata una delle anime dell'Associazione della vittime della strage di Piazza Fontana, dove aveva perso il padre. Per quarant'anni si era data da fare per ottenere verità e giustizia.
In questo assurdo Paese non avremmo una storia dei cosiddetti misteri italiani senza una storia delle associazioni delle vittime. E forse neppure quel minimo di verità storica e giustizia giudiziaria che siamo riusciti a ottenere. Sono loro che hanno rotto le scatole a uno Stato che sembrava assente e a volte connivente, che hanno sostenuto e protetto quelli che invece volevano fare il proprio dovere, che hanno gridato, pianto, manifestato, scritto. All'inizio da soli, uno per uno, con tutte le ingenuità di chi si trova di fronte qualcosa a cui fa anche fatica a credere, e poi in forma sempre più organizzata. Sono loro a testimoniare ogni giorno che cosa significa una strage o un atto di terrorismo. Sono i feriti che un momento prima stavano bene e un attimo dopo sono sfigurati, su una sedia a rotelle o in terapia tutta la vita per dimenticare quell'attimo. Sono i parenti, che un momento prima avevano un figlio, una moglie, una sorella che un attimo dopo non ci sono più, e se è difficile accettarla una cosa del genere per un evento naturale come una malattia, figuriamoci quanto lo sia quando non sai chi è stato a farti questo e perché.
Sono loro, i membri delle associazioni delle vittime, le ferite vive della storia brutta del nostro Paese. Non solo memoria, ma anche azione concreta e presente.
Ecco, Francesca Dendena era una di quelle persone.