Non è posto per supereroi, Piazza Loggia. Non esiste l'atmosfera onirica del mondo Manga fra il sangue e le lacrime di quell'attentato che scosse una città il 28 maggio del 1974. Eppure c'è spazio per un'opera di graphic journalism , un fumetto di cronaca, un reportage che si ispira alla scuola di Joe Sacco, disegnatore maltese che vive negli Stati Uniti e che con le tavole ha raccontato i drammi della Palestina, di Gaza e di Sarajevo. A ricostruire il dramma di Piazza Loggia, gli anni della tensione, il processo ancora in cerca di verità, ci pensano ora due specialisti
del fumetto di cronaca: Matteo Fenoglio, disegnatore piemontese, e Francesco «Baro» Barilli, sceneggiatore lombardo, coppia rodata da una precedente analoga fatica uscita nel 2009 su «Piazza Fontana».
Un fumetto per la casa editrice padovana BeccoGiallo, la stessa che a fine aprile editerà «Piazza Loggia», 150 pagine di tavole, testi e note redazionali, primo di due volumi che dovrebbe non solo raccontare gli anni dell'attentato, ma anche le indagini e i processi che ne sono
seguiti. «Nelle nostre intenzioni - conferma Matteo Fenoglio - c'è l'idea di completare il primo volume con una seconda opera che racconti come sono andate le indagini e i processi. Non potevamo farlo ora a dibattimento in corso, così abbiamo deciso di posticipare al prossimo anno l'uscita del secondo volume». Nel primo invece Fenoglio e Barilli racconteranno gli anni che vanno dal 1969 al 1975, quel sottile filo nero che lega Piazza Fontana a Piazza della Loggia. Cercheranno di spiegare quel marchio di fabbrica che, al di là delle responsabilità personali, emerge con decisione dai racconti dei collaboratori di giustizia, dei protagonisti di quegli anni, dalle veline scovate negli armadi dimenticati. Nonostante si tratti di un fumetto, l'approccio di Fenoglio e Barilli è stato quello degli storici e dei cronisti. Così, durante il processo di primo grado di quest'ultima inchiesta, non era infrequente vederli tra il pubblico annotare nomi e circostanze, memorizzare volti, ricostruzioni.
«Abbiamo raccolto così tanto materiale - continua Fenoglio - che abbiamo deciso di distendere l'opera in due parti». Una testimonianza e un impegno civile che affondano le radici lontano: già nel 1975 a raccontare la strategia della tensione era stato Milo Manara in «Un fascio di bombe» fumetto d'informazione (recentemente ristampato da Q press) che a pagina 45 immortala proprio la strage di piazza Loggia.
Ora Matteo Fenoglio e Francesco Barilli hanno raccolto idealmente quel testimone proseguendo con rigore la ricerca. «La nostra prima preoccupazione - confida Barilli - è quella di fare il miglior lavoro possibile per l'affetto che ci lega ai famigliari delle vittime con i quali abbiamo collaborato in questi anni. Che sia un fumetto e non un libro tradizionale a raccontare la Strage non ha importanza. Il fumetto, come il film, è solo il mezzo artistico per esprimere dei concetti». Barilli e Fenoglio, non nascondono di accarezzare un sogno: sfondare là dove l'impresa sembra più dura. «Il fumetto è per tutti ma è evidente che il target tradizionale è quello dei giovani - riflette Barilli -. Proprio quei giovani che sanno poco della strage, ma, dicono i sondaggi, hanno voglia di sapere. Ecco: la nostra speranza è di poter finalmente avvicinare i giovani a quegli anni tremendi, aiutarli a coltivare così la memoria». Un progetto ambizioso, uno sforzo, questo sì, da superpoteri.
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