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Ex Cirielli. Un detenuto di Padova scrive una lettera aperta a Previti ''La Gozzini dava un barlume di speranza di potersi reinserire e riproporsi alla società''
Fonte: REDATTORE SOCIALE, 30 novembre 2005
30 novembre 2005

PADOVA - "Ciao Cesare, ti scrivo dal carcere, da dove ho seguito con molto interesse, come un po' tutti i compagni d'altronde, tutta 'sta questione dell'ex Cirielli". Inizia così la lettera aperta di un detenuto del carcere di Padova, Flavio Zaghi, a Cesare Previti, una riflessione ironica ma seria sul provvedimento, ancora prima dell'approvazione del Senato. "Tu sostieni - scrive Zaghi - che l'inasprimento delle pene, dettato appunto da questa nuova legge, non è sbagliato, e che tu lo approvi in quanto ritieni che sicuramente farà da monito e deterrente per la commissione di altri reati. Noi qui, che non abbiamo grandi cose a cui pensare, siamo piuttosto attenti a queste questioni, e a nostro avviso e dai dati che circolano, pare addirittura che il numero dei reati negli ultimi anni sia piuttosto in calo, perciò è inutile inasprire ulteriormente le condanne, specie poi in questo paese dove sono già abbastanza pesanti".
Negativo secondo la lettera "togliere la possibilità ai recidivi di accedere ai benefici della legge Gozzini, che dava, a mio modesto parere, un barlume di speranza di potersi reinserire e riproporsi alla società". "Ti dico queste cose - prosegue il testo - perché noi abbiamo capito che a rimetterci maggiormente poi, sono solo i tossici e i poveri disgraziati che sono i recidivi e che qui dentro sono praticamente accatastati proprio per il fatto che ce n'è una botta da paura. "Senti Cesare, - prosegue ironicamente la lettera - quando verranno ad arrestarti, avvertimi che vedo se riesco a tenerti il posto qui nella cella accanto alla mia; non staresti neanche male, c'è posto qui alla undici con Kamel, un ragazzo tunisino poliomielitico che ha praticamente solo l'uso di una gamba, è qui da qualche anno e non vogliono saperne di buttarlo fuori. Comunque prende una botta di terapia e non lo senti neanche".