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Alessandria: ergastolano, ex agente segreto, muore in carcere
Fonte: Ansa, 27 aprile 2009
27 aprile 2009

Presunto suicidio di Franco Fuschi, 63 anni ex agente segreto, detenuto nel carcere San Michele di Alessandria per scontare due ergastoli era condannato per 11 omicidi. Un criminale dalla vita misteriosa: aveva avuto a che fare con numerose aziende di armi e con l'estrema destra alla quale avrebbe fornito un arsenale, si era anche inspiegabilmente autoaccusato di aver partecipato alla strage di piazza Fontana, all'uccisione di Roberto Calvi e di altri omicidi alcuni dei quali sconosciuti alle forze dell'ordine.

Confessò anche il coinvolgimento nella preparazione dei pacchi bomba Anti-Tav e soprattutto la sua relazione con gran parte dei movimenti eversivi da ValSusa Libera fino ai Lupi Grigi. Nei giorni precedenti manifestando preoccupazione per la sua vita aveva inoltrato richiesta di trasferimento nel carcere di Vercelli. Al momento gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sulle indagini inerenti alle circostanze che hanno causato la morte di Franco Fuschi.


Giallo sulla morte in cella di un pluriomicida


La Procura di Alessandria sta aprendo un fascicolo sulla misteriosa morte di Franco Fuschi, 63 anni, condannato all'ergastolo per 11 omicidi, ex agente segreto, avvenuta la scorsa notte nella sua cella nel carcere San Michele di Alessandria. Si parla di suicidio, ma per ora nulla trapela sulla modalità della sua morte.

Fuschi era un personaggio molto misterioso e la sua morte sembra ricalcare la modalità della sua intera vita. Era nato a Mattie, sulle basse montagne della Val di Susa ed era entrato in contatto, negli anni, con i servizi segreti e con diverse aziende di armi, autoaccusandosi, tra l'altro, di aver ceduto veri e propri arsenali all'estrema destra. Con le armi aveva un rapporto fisico, le amava e se ne circondava: un giorno uccise un giovane per vedere come funzionava una pistola con il silenziatore. Nelle prossime ore verrà eseguita l'autopsia sul suo corpo e gli inquirenti stanno già sentendo in carcere alcuni suoi compagni e amici, oltre agli agenti che lo avevano in custodia. Aveva sicuramente ancora molti nemici. Negli anni confessò di tutto, anche molti reati non commessi, disse anche di aver partecipato all'assassinio di Roberto Calvi e alla strage di piazza Fontana.