a cura delle associazioni Rozzano Rossa e Dax 16 marzo 2003
Purple press, Roma 2009
«Dax libero e ribelle», i compagni non avrebbero potuto trovare parole più adeguate per tracciare il profilo di Davide. La targa posta in suo onore lo ricorda così, in uno dei tanti angoli della fredda Milano. L'angolo della notte nera del 16 Marzo 2003. Tutto ciò contro cui combatteva, ce l'ha portato via. L'ignoranza, l'arroganza, la violenza del cane del padrone. Quel fascismo in giacca e cravatta che arruola nel cuore del sottoproletariato urbano la propria manovalanza, così come fanno le cosche mafiose. C'è una sola differenza, nella Milano "da bere" il sistema di gestione degli illeciti e dello sfruttamento non si chiama mafia, camorra, o 'ndrangheta ma ha un nome più semplice: affari.
E' difficile scrivere di un amico che non c'é più, ancor di più se quest'amico ha pagato perché esprimeva idee e lottava quotidianamente per l'interesse collettivo. Un amico dicevamo, perché prima che compagno per noi era il miglior amico. Un amico con cui ridere, una spalla su cui piangere, una presenza fissa, rassicurante, una persona estroversa, ricca di vitalità. Veicolo di vitalità, affrontava la vita senza paure e timori, sempre col sorriso, tranne quando era a repentaglio l'armonia e la felicità di chi gli stava attorno, di chi gli voleva bene. Era il miglior compagno che questa grigia e fottutissima città abbia mai espresso. Un fratello, fratello del mondo, una persona davvero speciale come poche, ma che come tante ci troviamo a piangere tutti insieme.
Ci conoscemmo a scuola, istituto superiore tecnico commerciale "Custodi", a Rozzano, nella profonda periferia sud di Milano. Il sud del nord, quelle periferie che rimangono ai margini della ricchezza milanese, piene di speranze deluse dove è più facile far cazzate che porsi delle domande. [...] Quel periodo coincise con l'inizio della nostra amicizia e con l'inizio della nostra attività politica. Quasi per gioco ci trovammo nella realtà che contava del mondo studentesco milanese. Un po' in controtendenza, con il collettivo Trotzky aprimmo la frontiera della partecipazione della periferia al variopinto mondo dei collettivi studenteschi...
Ma Dax non era solo il compagno impegnato sul territorio a trecentosessanta gradi, dalla lotta per il diritto alla casa ai diritti dei migranti, il compagno delle mattine al mercato a volantinare a difesa delle pensioni, delle lotte per il posto di lavoro o dei presidi contro formazioni politiche xenofobe, razziste e intolleranti...
Davide era un lavoratore onesto, categoria di cittadini per i quali é doveroso battersi nella lotta per il riconoscimento dei diritti, visto che di doveri ne assolvono e fin troppi. Dax faceva il "cammionaro", così scherzosamente ci parlava del suo lavoro. Faceva il camionista un lavoro massacrante, lavoro che gli portava via troppo tempo diceva. Tempo tolto alla cosa più bella che ha lasciato, la sua bimba, Jessica, "la figlia del popolo"...
Sì, Davide era anche padre, un padre affettuoso. I tempi delle superiori finirono e ognuno per la sua strada, noi sempre nella solita mentre la strada di Dax lo portò verso Ghedi, a Brescia. Non fu un caso, Brescia era la città di Wendy, la mamma della sua splendida bimba. Anche a Brescia Dax ha lasciato la sua eredità politica. [...] Brescia è la città del Magazzino 47 e di Radio Onda d'Urto. Dax conosceva tutti o perlomeno tutti conoscevano lui. Sempre presente, mai un passo indietro...
Dax era anche un amante dell'amore, non so quante ragazze ci abbia presentato. Sono sicuro che le ha amate tutte. Sì, le donne erano la sua passione, forse più della politica ma sicuramente meno dell'amore che provava per Jessica, la sua bimba...
Il suo ritorno da Brescia ci fece rincontrare, l'ennesima scossa d'energia ci pervase, nacque il Collettivo Champagne Molotov. [...] Il nome, molto bello e originale, lo rubammo al Magazzino 47 o quantomeno li anticipammo...
[...] Si aprì una fase di militanza impegnata per Davide: Ventimiglia, Davos (o meglio Chiasso visto che non riuscimmo a varcare la frontiera in due giorni), e poi Genova, con la morte di Carlo...
La morte di Carlo ci segnò e molto...
Ci fu una svolta, la realtà del movimento antagonista milanese si era risvegliata dopo anni di torpore ma si era trasformata, nuove realtà emergevano e i vecchi e classici centri d'aggregazione faticavano a rimettersi in marcia...
Il richiamo fu forte, Dax, [con altri compagni] partì verso Milano... casa occupata, zona Navigli, in via Gola. Quell'angolo di città, luogo d'incontro e di divertimenti frivoli, sapeva dare alla città o quantomeno al quartiere qualcosa di più: l'Officina della Resistenza Sociale... l'Orso e l'antifascismo militante... e poi quella maledetta notte, che ci ha portato via un compagno, un amico, un fratello, un padre...
Rassegnazione è paura e complicità. Contro la rassegnazione pensare l'impensabile. Contro la paura imparare il coraggio. Cospirare vuol dire respirare insieme. Viva Dax Libero e Ribelle...
Oggi da quell'amara esperienza è maturata una nuova metodologia di lotta, la lotta delle idee, il nostro punto di forza. Tutto ciò grazie all'impegno e alla dedizione di giovani compagni che di fatto hanno assunto la guida dell'esperienza di laboratorio politico sul territorio rozzanese.
Entusiasmo e sentimento la miscela per riscoprire un vecchio detto: «Siamo un popolo di sognatori, per questo siamo invincibili».
Non solo nelle parole, ma nei fatti. Resta la nostra sfida a questa società passiva e consumistica. Purtroppo tutto nato nel momento in cui un gruppo di ragazzi ha avuto un maledetto sprone per interrogarsi e guardarsi con più attenzione intorno; l'assassinio di un amico, un ragazzo che ha dato il proprio impegno e la propria vita per provare a cambiare questa società. Una delle resistenze di oggi.
A davide "dax" cesare, libero e ribelle
"Ti racconto Dax", a cura delle associazioni Rozzano Rossa e Dax 16 marzo 2003, Purple Press, Roma 2009