Lettera al Presidente del Consiglio, on. Romano Prodi
Rompiamo finalmente questo lungo silenzio durato ormai ben quattro mesi ossia centoventi giorni, dopo il silenzio istituzionale seguito alle nostre due ultime missive indirizzate al Capo dello Stato senza ottenere come al solito alcun riscontro. Centoventi giorni di continue delusioni, amarezze e tanta rabbia.
Silenzio forzato dovuto alla situazione di stallo in attesa dello sviluppo degli eventi, nonché dalle continue bizze di un computer ormai obsoleto che la mia pensione non mi permette di sostituire causa anche una finanziaria che non prevede per noi pensionati un euro di rivalutazione per una pensione già scarna che ci permette appena la sopravvivenza aggravata da quella nostra lotta sovrumana che è il tentativo di ottenere giustizia e dignità per nostro figlio: Fedele Servitore dello Stato scippatoci diciannovenne dallo Stato durante il servizio militare di leva negli alpini.
Delusione per il modo d'essere in cui si è posto questo Governo di sinistra dopo averci promesso e non rispettato tante di quelle aspettative che credevamo finalmente realizzabili. Aspettative che per noi genitori di un militare morto in servizio e contrari ogni tipo di guerra se pur mascherata da missione di pace, come il ritiro se non immediato, perlomeno scaglionato, ma certo, dai fronti dell'Iraq e dell'Afganistan; contrariamente si è assistito non solo al ri-finanziamento delle stesse, ma all' incentivazione delle spese militari con l'invio di nuove truppe in nuovi scenari di guerra come il Libano se pur sotto i colori dell'ONU.
Amarezza nell'apprendere che ad una recrudescenza della criminalità il Governo risponde con "i necessari" tagli agli stipendi imposti dalla stessa finanziaria che costringe le forze dell'Ordine a sacrifici come il taglio dei salari e dei servizi; come l'affronto nei confronti dei carabinieri, (la notizia è riportata da Libero del 16 nov. 06) di cinque euro in più al mese nonché il taglio di 3mila effettivi, e la soppressione di caserma e scuole di polizia. Un vero cataclisma che si abbatte sul nostro Paese già precariamente traballante fra eccessive ricchezze di pochi e grosse povertà di molti; considerato l'enorme balzo in alto del costo della vita senza che ci sia stata nemmeno una parola sull'aumento delle nostre pensioni.
Rabbia ormai cronica dopo lo scippo del nostro unico figlio a cui lo Stato anziché rendergli giustizia e dignità per essere caduto in servizio, gli ha riservato solo oltraggi e vilipendio, ed oggi tutto ciò si accresce con le poco raccomandabili prospettive di un futuro tetro e miserevole dove politici senza cuore ne per la dignità umana, ne per l'amor di patria; questa Patria la tradiscono quotidianamente calpestando quei principi di libertà, di democrazia e di legalità che sono costati la vita a milioni di italiani (compresi i nostri familiari, vedere I NOSTRI MARTIRI in sito internet: www.alpinorobertogarro.it) che si sono immolati per rendere questo paese non solo il bel paese turisticamente, ma il paese del Diritto, della Libertà e della Democrazia.
Infatti sulla decennale battaglia di far riconoscere attraverso una "decente" proposta di legge risarcitoria (ultima della serie: C.1649 Ruzzande DS e 1752 Ramponi AN) il valore della dignità umana di questi nostri cari caduti in servizio, crediamo sia stata posta su di essa una pesante pietra tombale, che non vedrà ne risarcimenti, ne quella Giornata delle Memoria da sempre invocata.
La partecipazione al Congresso dell'U.N.A.C. Unione Nazionale Arma Carabinieri avvenuta in Roma il 26 ott. 06 a cui ci è stato concesso l'onore di partecipare, ha messo in risalto i molteplici temi e problemi comuni fra noi genitori di militari caduti in servizio in tempo di pace, le stesse Forze Armate, e Carabinieri; primo fra tutti la battaglia nella ricerca di democratizzazione delle FF.AA. Democratizzazione che significa in primis la chiarezza nella scomparsa di un nostro familiare nell'esercizio di questo servizio alla Nazione senza veli, senza menzogne e senza depistaggi con coperture da Segreto di Stato, Segreto Militare o Riservato che lasciano noi familiari e nella fattispecie noi genitori nell'incognita del perché e per cosa è morto nostro figlio?
In secondo la sindacalizzazione delle FF.AA. e dell'Arma dei Carabinieri. Sindacalizzazione senza stellette onde poter garantire quella tutela e difesa a tutt'oggi negata o mascherata dai Cocer che altri non sono che controllori dei vertici militari verso i militi ignari.
Oseremmo anche sperare che dopo 25 anni, cioè un quarto di secolo, si arrivi finalmente all'approvazione di una legge più seria di quella 308 del 3 giugno 1981 e successive modifiche, che crea non poca discriminazione fra i caduti in servizio calpestandone quella dignità di cui si fa un gran parlare, discriminando fra caduti di serie A e caduti di serie Z: cioè elargendo agli uni la miseranda somma a scopo di risarcimento per una vita immolata di € 25.000 pomposamente definita "speciale elargizione" , e agli altri (vittime di uranio, di malattie professionali, volontari e sottufficiali di carriera ecc) nulla !
Eppure riguardo all'uranio impoverito, la commissione senatoriale nominata nella scorsa legislatura non è stata ancora ripristinata, ma si continua ad inviare nostri soldati a marciare ed operare su quei siti che ormai tutto il mondo conosce come siti altamente contaminati e resi radioattivi dalle ormai famigerate testate all'uranio impoverito.
Anche quel 12 novembre appena trascorso passato quasi in sordina e quelle medaglie non ancora consegnate ai familiari dei martiri di Nassiryia, e quella Giornata della Memoria in onore ed in memoria di tutti i caduti in tempo di pace,non ancora stabilita, alimentano la nostra amarezza e rabbia.
Abbiamo altresì notato la notevole repentina solerzia con cui il Governo ha sostituito i vertici dei Servizi Segreti, un aumento degli organi Ministeriali, un aumento delle retribuzioni ai Parlamentari, nonché il ri-finanziamento di tutte quelle Missioni in Medio Oriente di cui si paventava un immediato ritiro.
Benché da sempre abbiamo subito (e non ci meraviglia ormai più di tanto) la continua richiesta di sacrifici in soccorso del nostro Paese perennemente in crisi, non avevamo ancora assistito alla istigazione al suicidio collettivo di noi, tutti che tutto sommato siamo anche ed ancora degli elettori.
Sarà perché in agguato vi sono altre "risorse" in arrivo dal terzo e quarto mondo? Nuova linfa e nuova fede? L'Italia sta proprio voltando pagina !?
Non sappiamo darci risposte e non vorremmo pensare al peggio; cioè che il nostro Paese ci stia educando a tutto ciò che abbiamo da sempre ripudiato.
Anche questa volta non resteremo in attesa di riscontri a questa nostra lunga ed amara lettera, ma se qualcuno volesse infrangere il silenzio........ ben venga.
Sempre ossequiosi all'autorità, inviamo distinti saluti.
angelo garro e anna cremona (genitori del defunto alpino Roberto)