Altre bare tornano in Patria, solo pochi giorni fa, tra maggio e settembre, sette bare tornano dall'Afganistan, e oggi altre quattro salme..... e siamo a 34 in Afganistan + altre 32 in Iraq.
Ed ora riparte la retorica del dolore e della pace. L'Italia, Presidente della Repubblica in testa, si unisce nella retorica del dolore, retorica del dolore oramai collaudata dai tanti morti che finora abbiamo riportato a casa; " ragazzi" che sono in Afghanistan perchè membri di un esercito di professionisti in una trasferta importante di lavoro, che sa solo di soldi e di morte.
Quanto sangue! E quanto ancora?! E quante altre volte ancora quelle mani alzate cariche di ipocrisia?!
Il dolore dei familiari, il silenzio e quelle mani alzate sulle bare, mani che domani non prenderanno carta e penna per rispondere agli accorati appelli dei familiari quando cercheranno verità e giustizia per quei morti al servizio della Patria; familiari e morti che verranno sicuramente presto dimenticati.
Anche quei discorsi, sempre, alla Camera e al Senato: "Il sacrificio dei nostri militari non è vano, non solo per l'Afghanistan ma anche per l'Italia e il mondo intero".
"I nostri Ragazzi hanno vissuto per gli altri e sono morti per gli altri, offrendo la loro giovane vita per gli altri; per la pace, la democrazia".
"Le missioni di pace sono una questione d'amore, per dare dignità e democrazia a chi piange e soffre nelle terre più dimenticate, sono morti per noi!"
"Siamo fieri di Voi.... diranno ancora; bla, bla, bla,". Quanta ipocrisia! Discorsi che si ripetono tutti uguali, tutti pomposi, tutti mendaci.
Il nostro Paese è saldo, a parte una grave crisi economica, nulla e nessuno lo sta attaccando, nessuno di noi corre pericolo se non quello della disoccupazione, della povertà e dell'ignoranza. Ed è per questa ragione che giovani come Francesco, Gianmarco, Sebastiano e Marco e prima ancora Alessandro, Pierdavide, Mauro, Marco C. Francesco, Luigi, Massimiliano, e tanti altri ancora che imbracciando le armi in quei paesi mediorientali continueranno a trovare la morte: per denaro e solo per molto denaro.
Così disse anche un certo C. A. Ciampi ed ancora G. Napolitano quando incoronati nuovi Presidenti della Repubblica salirono sul Colle più alto di Roma pronunciando entrambi la enfatica frase: "Sarò il Presidente di tutti gli Italiani" e noi credendo alle Loro parole, ad Essi vanamente ci appellammo innumerevoli volte (almeno quaranta); ed ancora aspettiamo una Loro risposta! E son trascorsi 12 e più anni!!!
Oggi oltre alla prima carica dello Stato, la seconda carica dello Stato, ed ancora la terza carica dello Stato, ed anche la quarta, pronunciano le solite parole: Piangiamo i nostri figli (dopo averli mandati a morire). Il fatto grave è che i figli non sono i loro, ma i nostri!!!!!
Tutto ciò sarà forse un rituale all'indifferenza?!
Angelo Garro