Al Presidente del Consiglio dei Ministri on. ROMANO PRODI
Al Ministro della Difesa on. ARTURO PARISI
Alla Presidente della Commissione Difesa on. ROBERTA PINOTTI
Non abbiamo ancora capito (e forse non lo capiremo mai) il senso della giustizia in questo Paese, così come non abbiamo ancora capito (e ripeto: forse non lo capiremo mai) il senso di questa ultima finanziaria di un governo che sarebbe dovuto essere la panacea di tutti i mali di questo Paese da sempre vittima delle mafie, delle massonerie, dei soprusi e delle ingiustizie varie.
Di questa ultima finanziaria ad esempio, per noi genitori di militari vittime del dovere caduti in servizio e per servizio, finanziaria 2008 (così come avvenne per il 2007) dove viene stanziata la cifra di 20.928,5 milioni di euro, con un incremento di 733,7 milioni destinati alle FF.AA. (e ai vari suoi settori) per rifinanziare le cosiddette "missioni di pace" in vari paesi del M.O. e a detta dello stesso Ministro della Difesa Parisi dopo aver accantonato la somma di 170milioni di euro da destinarsi ai risarcimenti delle vittime di terrorismo e alle vittime del dovere (militari caduti in tempo di pace), e ciò ci venne garantito dopo ben 25 anni di battaglie dei familiari dei caduti in servizio ormai con tutti i governi che in questi anni si sono alternati alla guida del Paese, i quali si sono sempre pronunciati favorevolmente a tal provvedimento, ma di fatto comportandosi con totale indifferenza in seguito. Fino ad arrivare in questa ultima legislatura alle promesse fatteci dalla stessa Presidente della Commissione Difesa negli incontri avvenuti il 18 settembre 2007 e 17 ottobre 2007.
Ma giunti comunque ormai alla fine drammatica di questa legislatura appuriamo ancora una volta che tale copertura finanziaria è scomparsa o non è stata mai approvata dalla Camera dei Deputati e non crediamo neanche più ad un miracolo.
Cosicché ancora una volta si è ignorato di dare dignità a quei militari inviati in territori di guerra che cadono per coronare i sogni di grandezza di uomini piccoli piccoli che pretendono di governare il nostro Paese senza avere ne arte ne parte su come si amministra una nazione se non curando capillarmente solo i propri interessi di bottega e considerando ancora oggi alle soglie del terzo millennio i propri cittadini Fedeli Servitori dello Stato solo come carne da cannone da mandare al macello.
Nessuna dignità, così come nessuna giustizia per chi muore in circostanze misteriose che la stessa magistratura sia militare che ordinaria si rifiuta di chiarire.
Eppure i numeri di questa strage che non temiamo di definire "Strage di Stato" sono elevatissimi come riportato dal volume: Indagini conoscitive n° 29 "Episodi di violenza e qualità della vita nelle caserme delle Forze armate" edito dalla Commissione IV (difesa) durante la XIII legislatura che se pur non essendo del tutto sincero annovera nel numero di oltre 10.000 i militari morti in tempo di pace nel ventennio che va dal 1978 al 1998.
E così abbiamo la certezza che anche per i tre militari del 135^ Reggimento Artiglieri Friuli di Maniago (Pordenone) morti ieri 21 gennaio 2008 in "itinere" di ritorno dalla missione in Libano laddove Essi stavano espletando (a detta di tutta la sinistra dell'attuale governo compreso il Presidente della Camera: lo disse a noi personalmente) quel magnifico lavoro umanitario in sostegno delle popolazioni ; morti durante il percorso verso casa in Puglia dopo lo sbarco:
- Ten. Stefano Brocolini, di 25 anni, nato e residente a Trani (Bari),; Sergente Carmine Genovese, di 31, nato a Bari e residente a Valenzano (Bari); Caporal maggiore Luigi Squeo, di 27, nato negli Usa e residente a Molfetta (Bari) grazie all'indifferenza dello Stato e soprattutto dei suoi indegni rappresentanti (stando a quanto stabiliscono le attuali normative) ai Loro familiari non verrà riconosciuto alcun risarcimento e nessuna pensione o vitalizio.
Oggi siamo consapevoli che con qualsiasi altra futura maggioranza il nostro dolore sarà ancora calpestato e la nostra battaglia in cerca di dignità per i nostri figli caduti in servizio in tempo di pace, la condurremo (e non ci arrenderemo) ancora per lungo tempo da soli.
x il Comitato,
Angelo Garro, Anna Cremona