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Sulla Commissione d'inchiesta - l'intervento di Giuliano Giuliani
Giuliano Giuliani
10 luglio 2007

Ho letto l'intervento del 10 luglio 2007 di Enrica Bartesaghi, che riprende considerazioni già espresse da amici e compagni di Verità e giustizia, e considera la commissione parlamentare, "se mai nascesse, spuntata e impotente", perché "non possiamo più fidarci dell'autonomia, dell'indipendenza, dell'autorevolezza di forze politiche che hanno avallato le scelte compiute nelle settimane scorse". E quindi, se capisco, da non fare.

Dissento fortemente da questo giudizio. Molti anni fa, quando sono arrivato a Genova, dei bravi maestri mi hanno dettato uno degli acuti proverbi genovesi, quello che invita "a distinguere sempre fra il belin e la marcia reale" (la traduzione credo non serva). Mi pare che si attagli alla questione di cui discutiamo e sulla quale dissentiamo.

E' indubitabile che siamo tutti molto delusi, per usare un eufemismo, dalle decisioni e dai comportamenti del governo. Ma perché dobbiamo impedire che ci sia ancora un luogo nel quel cercare di far emergere qualche altro pezzo di verità; perché dobbiamo impedire che risultino altre incongruenze, sempre per via degli eufemismi, che aiutino a puntualizzare e a far emergere altre contraddizioni; perché dobbiamo impedire che la gente, per usare quell'orribile termine indistinto, comprenda di più e meglio e abbia altre occasioni per giudicare e formarsi un'opinione?

Dico, e ripeto, impedire perché trovo davvero singolare che alla fine, proprio da parte delle vittime, di chi ha subito, di chi chiede verità e giustizia, si prendano decisioni e orientamenti che finiscono con l'offrire una copertura a chi la commissione non l'ha mai voluta e continuerà a cercare di non istituirla.

E poi, sembra giusto che siamo proprio noi a dichiarare che lì dentro, fra i deputati, non ci sia proprio nessuno che sia in grado di alzare la voce e dire parole di denuncia e di verità? Sembra giusto che continuiamo a pensare che sia più utile qualche mail fra noi invece di qualche notizia che sicuramente trasparirà da quei lavori parlamentari?

Io penso esattamente il contrario, e credo che se la commissione si farà, come è sempre stato nella nostra comune pretesa (siamo giustamente d'accordo sul fatto che monocamerale o bicamerale non cambia), non sarà per "operazioni di equilibrismo fra fazioni". Penso purtroppo che, ormai troppo spesso, gli equilibrismi tra fazioni producono ben altri risultati e qualche capriola.

Ritengo anche da tempo che non ci si alternativa tra quello che già cerchiamo di fare e "un'inversione di rotta a tutto campo". Non vedo in giro kalashnikov (anche se il manifesto di oggi ci informa della cerimonia moscovita del suo sessantesimo, con tanto di foto dell'inventore). E in ogni caso (lo dichiaro per non mettere in allerta i servizi) non ne farei uso. L'inversione è paziente cimento quotidiano, dentro il quale ci sta anche la ferma richiesta di una commissione che mostri il ruolo dell'istituzione parlamentare.

Giuliano Giuliani