Botta e risposta tra Heidi Giuliani ed il capo della polizia Gianni De
Gennaro, per la prima volta faccia a faccia dopo l'uccisione del figlio
della senatrice, Carlo, nel corso degli scontri al G8 di Genova. Heidi
Giuliani ha chiesto al capo della polizia - ascoltato in audizione dalla
ommissione Affari costituzionali del Senato - del rapporto tra forze di
polizia e cittadini, "visto il lungo elenco di rappresentanti delle forze
dell'ordine indagati e condannati che abbiamo". De Gennaro ha risposto
difendendo l'operato dei suoi uomini. "Non credo - ha sottolineato - che
il comportamento di singoli, sicuramente censurabili, debbano inficiare il
valore e la generosità delle forze di polizia in generale". "Teniamo - ha
riposto De Gennaro alla senatrice del Prc - nel massimo rispetto il
rapporto tra i cittadini e le forze di polizia: non avremmo il gradimento
generale che abbiamo se così non fosse". Più volte, ha quindi ricordato,
"in tutte le sedi, mi sono espresso in termini molto duri di critica nei
confronti di comportamenti illegali delle forze dell'ordine, che sono anzi
doppiamente da censurare, proprio per la responsabilità che incombe su chi
è preposto all'uso della forza, quando richiesto". "Io - ha assicurato il
capo della polizia - non credo che i comportamenti dei singoli,
sicuramente censurabili, debbano inficiare il valore delle forze di
polizia in generale. Paghiamo - ha sottolineato - con molti morti il
nostro lavoro ed io ho il massimo rispetto per lei, per la sua sofferenza
ed il suo dolore, ma voglio anche dire, e mi riservo di consegnarle di
dati, che le assoluzioni di agenti di polizia sono molte e credo siano di
gran lunga superiori alle condanne". Da parte sua, al termine
dell'audizione, Heidi Giuliani, parlando con i cronisti, ha rilevato "la
mancanza di formazione democratica delle forze dell'orine. I risultati dei
processo di Genova sul G8 continuano a non apparire sui giornali e non si
sa che agenti di polizia vengono condannati per la gestione dell'ordine
pubblico di quell'evento". La senatrice ha anche ricordato che "a Genova
ed in altre situazioni gli agenti che si occupano di ordine pubblico
agiscono travisati e quindi non sono riconoscibili", cosa che rende poi
difficile eventuali incriminazioni, e "noi fin dal 2001 chiediamo che gli
agenti siano invece riconoscibili". (Ansa)