MEZZO milione di euro per danno d'immagine alla polizia, per aver cioè infangato davanti al mondo l'onore della divisa e dell'Italia. E in effetti le immagini di quel funzionario che prende la ricorsa e calcia un ragazzino immobilizzato da quattro poliziotti come fosse un pallone hanno fatto il giro del mondo. La giustizia penale ha già fatto il suo corso, senza gravi conseguenze pratiche ma oggi è la Corte dei Conti a chiedere a cinque poliziotti di rifondere il danno erariale sotto forma appunto di lesione all'immagine dello Stato.
I cinque sono l'allora vicequestore e oggi primo dirigente Alessandro Perugini, e poi i sottufficiali Antonio Del Giacco, Enzo Raschellà, Luca Mantovani e Sebastiano Pinzone.
Imputati di falso, calunnia, percosse, ingiurie e minacce erano stati condannati in primo grado e nel 2009 la Corte d'Appello confermò la sentenza decretando però la prescrizione per la maggior parte dei reati. Rimase il falso che portò una pena di un anno a Perugini e Del Giacco e otto mesi agli altri tre. Tutti beneficiarono dell'indulto e a parte una lieve sanzione disciplinare di natura pecuniaria non ebbero altre conseguenze.
Fino agli inviti a dedurre che, come confermato dagli avvocati, in questi giorni hanno raggiunto i cinque. L'invito a dedurre è l'atto con cui la procura della Corte dei conti notifica che è stata aperta un'indagine, il "capo d'imputazione", l'ammontare del danno erariale e chiede all'interessato di fornire prove a sua difesa.
I cinque sono finiti nel mirino della Corte per quanto accadde il sabato pomeriggio del 21 luglio 2001 durante il G8 davanti alla questura. Un gruppo di manifestanti aveva improvvisato un sit in lungo via Diaz. In molti avevano intonato cori di scherno e c'era stato anche un lancio di oggetti. Un'improvvisa carica della polizia aveva colto di sorpresa molti manifestanti ancora seduti a terra. Bruno Mattana, all'epoca 17enne, venne pestato brutalmente pur senza aver compiuto atti violenti o aver reagito.
Il video in cui urla la sua rabbia mentre viene portato via dagli agenti con un occhio tumefatto e gonfio come un melone, fece il giro del mondo. Mattana venne risarcito da Perugini con 30 mila euro durante il processo e ritirò la querela anche per dimenticare al più presto la sua disavventura genovese. Ma quel pomeriggio l'aggressione a Mattana non fu il solo comportamento illegale.
Il gruppetto di poliziotti arrestò e mandò nella prigione speciale di Bolzaneto altri sei ragazzi che stavano dimostrando pacificamente. Vennero accusati con false contestazioni ma le centinaia di foto e i video girati quel giorno dimostrarono l'infondatezza delle imputazioni e, al contempo, le menzognere ricostruzioni degli operatori polizia.
Ora la procura della Corte dei Conti valuterà le difese dei cinque e quindi deciderà se procedere con la citazione oppure archiviare il procedimento. Sempre in questi giorni, come rivelato ieri da Repubblica, sono stati notificati gli inviti a dedurre ad una dozzina di funzionari già condannati per l'irruzione alla scuola Diaz in merito al tentato omicidio di Mark Covell, il giornalista inglese brutalmente pestato fuori dai cancelli della scuola di Albaro. Covell venne risarcito dal Ministero dell'Interno con 350 mila euro ed ora la magistratura contabile chiede ai funzionari che non impedirono l'aggressione di rimborsare lo Stato.