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Respinto il ricorso del legale di Caldarozzi. Condannato per il G8 la Cassazione gli nega l'affidamento in prova
Marco Preve
Fonte: genova.repubblica.it
13 dicembre 2013

LA CASSAZIONE non ritiene meritevole dell'affidamento ai servizi sociali Gilberto Caldarozzi ex potentissimo capo dello Sco, il Servizio centrale operativo della polizia, che è stato condannato a tre anni e otto mesi nel processo per i falsi verbali compilati per coprire il pestaggio alla scuola Diaz durante il G8 del 2001 a Genova. Dovrà quindi trascorrere gli otto mesi non coperti da indulto nella sua abitazione. Ma, incredibilmente, se da un lato i giudici di Cassazione come quelli del Tribunale di Sorveglianza (attesa nei prossimi giorni la loro decisione per gli altri funzionari condannati) non ritengono che Caldarozzi abbia manifestato il minimo pentimento per quanto commesso, dall'altro ci sono ottime probabilità che un pregiudicato nei prossimi mesi rientri nei ranghi della polizia, ai massimi livelli. Lo ha spiegato all'Ansa il suo avvocato Marco Valerio Corini: "E' un'ipotesi tutt'altro che inimmaginabile, dal momento che non è decaduto dal servizio ma soltanto sospeso. Potrebbe tornare al suo lavoro di dirigente della polizia". Una porta lasciata aperta volontariamente dal Viminale che ha evitato da 12 anni a questa parte di sottoporre a procedimento disciplinare i poliziotti prima indagati e poi condannati per il blitz alla Diaz. A sostegno del rientro in servizio, aggiunge Corini, c'è anche il buon esito, finora, del ricorso alla Corte di Strasburgo proposto da Caldarozzi e dagli altri funzionari. "Abbiamo presentato nell'ottobre 2012 - spiega Corini - ricorso alla Corte europea per la violazione dei diritti di difesa, e i giudici di Strasburgo, che certo non usano maglie larghe nella valutazione dei reclami, lo hanno dichiarato ricevibile. Questo ci fa ben sperare per una revisione automatica del processo". La Corte di Strasburgo dovrà però pronunciarsi anche sui ricorsi presentati dai manifestanti massacrati di botte alla Diaz e a Bolzaneto, che chiedono di sanzionare l'Italia per il suo ritardo in tema di tortura e per il trattamento morbido riservato ai funzionari falsificatori di prove e picchiatori.