«NON mi inginocchio per ottenere i benefici. Sono dispiaciuto per quanto accaduto nella scuola Diaz, ma quella nei miei confronti la ritengo una sentenza ingiusta. Io quella notte sono stato ingannato». E' questo il pensiero, raccontato dal suo avvocato, il professor Franco Coppi, di Francesco Gratteri, ex capo del Servizio Centrale Operativo e poi del Dipartimento Anticrimine, uno dei superpoliziotti condannati con sentenza definitiva della Cassazione per i falsi verbali della scuola Diaz, al G8 di Genova del 2001.
Gratteri ieri era Genova per l'ultima udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza che deve decidere, per lui e gli altri funzionari condannati, se concedere l'affidamento ai servizi sociali per il periodo non coperto da indulto (tra 8 mesi ed un anno a seconda delle posizioni) oppure se mandarli in carcere o ai domiciliari.
Ieri mattina, l'avvocato generale Luigi Carli in rappresentanza della Procura Generale ha espresso parere favorevole alla detenzione domiciliare per tutti e quattro i funzionari convocati. Oltre a Gratteri, l'ex vicedirettore dell'Ucigos Giovanni Luperi (avvocati Carlo Di Bugno e Cesare Marzaduri), l'ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola (avvocati Pierluigi Junca e Alessandro Gazzolo) e l'ex funzionario del reparto mobile di Roma Pietro Troiani difeso dagli avvocati Alfredo Biondi e Giorgio Zunino.
I legali hanno chiesto l'affidamento ai servizi sociali per i loro clienti, i quali, tutti, da molto tempo prestano la loro opera presso strutture di volontariato dalle mense di Caritas e Gruppo Abele ai centri anti- usura di Libera.
Alla vigilia del procedimento il procuratore generale Vito Monetti aveva depositato una memoria in cui chiedeva che l'affidamento fosse concesso solo in presenza di atti di resipiscenza e pentimento. In realtà, più che ravvedimento c'è stata da parte di tutti e quattro - condannati per i falsi - la presa di distanza dal pestaggio che quei verbali taroccati avevano cercato di coprire. Mortola e Troiani lo hanno fatto attraverso una lettera depositata. Gratteri attraverso una dichiarazione.
«La legge non obbliga il mio assistito al pentimento - ha commentato uscito dall'aula l'avvocato Coppi -. Gratteri si ritiene ingiustamente condannato e d'altra parte anche il presidente Napolitano riconobbe a Berlusconi il diritto di essere in dissenso con una sentenza della Cassazione».
«Credo che la posizione di Gratteri - ha aggiunto Coppi - vada valutata attraverso la sua storia professionale. Penso che l'uomo che catturò il boss Bagarella con otto giorni di appostamento ininterrotto lo meriti. Quella notte venne ingannato da chi costruì false prove. Non dovrebbe accadere a chi era abituato ad indagini assai più delicate? Quella notte alla Diaz fu segnata da una situazione di tensione e da una confusione incredibili».
La decisione del Tribunale di Sorveglianza dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno, in totale sono 17 i funzionari condannati la cui posizione è al vaglio dei giudici.