«HANNO disonorato il loro giuramento: i medici di Bolzaneto devono essere radiati». Dopo 12 anni di silenzio da parte di una categoria, i camici bianchi, che ha preferito chiudere in un cassetto una delle sue pagine più vergognose piuttosto che affrontarla con dibattiti e pubbliche riflessioni, e a due mesi dalla sentenza definitiva sulla prigione lager del G8, c'è chi chiede il conto ai 5 medici processati per le violenze, gli abusi e le umiliazioni subite da oltre trecento detenuti del carcere speciale del summit genovese del 2001.
DA UN lato la richiesta di radiazione del Comitato Verità e Giustizia per Genova con uno dei suoi portavoce, Enrica Bartesaghi. Dall'altro gli Ordini dei Medici di Genova, Imperia e Alessandria che a settembre, o al più tardi dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, dovranno procedere a livello disciplinare nei confronti dei colleghi. A giugno, la sentenza di Cassazione ha sostanzialmente riconfermato quella di Appello, anche nei confronti dei cinque medici che all'epoca prestavano servizio per l'amministrazione penitenziaria: Giacomo Toccafondi e Marilena Zaccardi di Genova, Aldo Amenta e Adriana Mazzoleni di Alessandria, Sonia Sciandra di Sanremo.
Solo la Sciandra ha subito una condanna, 2 anni e 2 mesi per falso ideologico riguardante la compilazione delle cartelle cliniche. Gli altri quattro sono invece stati salvati - ma solo ai fini penali perché i giudici hanno riconosciuto la responsabilità civile - dalla prescrizione. Le contestazioni di cui dovevano rispondere andavano, a seconda delle posizioni, dall'omissione di referto, al favoreggiamento all'ingiuria, violenza privata, percosse, danneggiamento, abuso d'ufficio. Ma l'elencazione asettica non rende l'idea dell'inferno di cui furono compartecipi. Meglio le parole utilizzate dai giudici della Corte d'Appello di Genova, secondo i quali i medici seppero e capirono che le vittime venivano condotte davanti a loro «trascinate, umiliate, percosse, spesso già ferite, atterrite, infreddolite, affamate, assetate, sfinite dalla mancanza di sonno, preda dell'altrui capriccio aggressivo e violento, sostanzialmente già seviziate, venivano ulteriormente seviziate in sua (loro, ndr)presenza».
I cinque medici non solo non fermarono le violenze e le umiliazioni, ma vi parteciparono, insultando i feriti e svolgendo visite approssimative nel corso delle quali dei detenuti si urinarono addosso e alcune ragazze furono costrette «a stazionare nude in presenza di uomini oltre il tempo necessario e quindi sottoponendole a umiliazione fisica e morale».
Tutti episodi noti da anni ma che, in assenza di una sentenza definitiva, hanno permesso ai medici aguzzini di proseguire la loro carriera. Giacomo Toccafondi, che a Bolzaneto, invece del camice indossava una mimetica ed è stato da indicato dalle vittime come il più accanito del gruppo, al punto che i giudici ne hanno sottolineato la «particolare crudeltà», è tuttora un dirigente dell'Asl 3 di Genova e così come gli anni passati, anche nel 2012 ha incassato la retribuzione di risultato, ovvero il premio di produzione.
«Il dottor Toccafondi - si legge nella sentenza d'Appello - ... o agendo attivamente, o assistendo passivamente, esercitava aggressioni verbali e fisiche, percuotendo, ingiuriando, minacciando, incrementando il terrore delle vittime».
«Il fatto che fossero dottori e che avessero come missione proprio quella di lenire le sofferenze invece di aumentarle, rende il loro comportamento ancora più odioso - dice Enrica Bartesaghi - per questo chiediamo agli ordini e alle istituzioni interessate di allontanare queste persone dalla professione medica».
Gli ordini: "A settembre le sanzioni"
GIACOMO Toccafondi e Marilena Zaccardi sono dottori genovesi. Enrico Bartolini, presidente dell'Ordine dei medici del capoluogo spiega: «Avevamo già aperto un procedimento disciplinare e a settembre, con la sentenza definitiva lo porteremo a compimento. Il mio rammarico è che una pagina così vergognosa della nostra storia abbia impiegato così tanto tempo per arrivare ad un pronunciamento definitivo. E certo il tempo trascorso sarà uno degli elementi che dovremo prendere in considerazione». Quattro le sanzioni disciplinari possibili: avvertimento, censura, sospensione, radiazione.
Sonia Sciandra è un medico sanremese. Francesco Alberti è il presidente dell'Ordine di Imperia: «Posso solo dire che abbiamo fatto quello che prevede la legge. Il procedimento era già aperto e ho personalmente chiesto alla Cassazione le motivazioni della sentenza. Subito dopo procederemo a livello disciplinare». Dalla segreteria dell'Ordine di Alessandria invece una risposta sorprendente:»Non sapevamo nulla di medici nostri iscritti coinvolti nel processo di Bolzaneto. Lo apprendiamo ora». (m. p.)