LA PROCURA della Corte dei Conti, dopo una lunga attesa, ha finalmente ricevuto dal ministero dell'Interno una prima voluminosa spedizione di faldoni relativi alla tranche iniziale dei risarcimenti pagati dallo Stato, ovvero da tutti gli italiani, alle 93 parti offese della scuola Diaz.
Con l'arrivo degli atti parte così concretamente l'inchiesta che il procuratore capo Ermete Bogetti aveva formalmente aperto già mesi fa, per contestare a funzionari di polizia e agenti condannati (o prescritti) per le violenze e i falsi della Diaz il danno erariale e quello d'immagine.
La prima tranche di documentazione certifica il pagamento di circa due milioni di euro in provvisionali, ovvero gli anticipi di risarcimento, stabiliti dalla Corte d'Appello di Genova e poi confermati dalla sentenza di Cassazione del luglio 2012, nei confronti dei 93 manifestanti inermi che vennero brutalmente aggrediti all'interno della scuola dormitorio del G8. Oltre alla "macelleria messicana" come venne definita dal vicecapo della celere Michelangelo Fournier, i no global, per la maggior parte stranieri, dovettero subire anche l'arresto e la detenzione - nel carcere lager di Bolzaneto - e attendere mesi per essere completamente scagionati da quelle accuse della polizia diventate poi calunnie dalle quali gli imputati si sono salvati grazie alla prescrizione. La sentenza definitiva ha portato alla condanna per falso di 15 funzionari tra i quali i vertici della polizia italiana dell'epoca rimasti in sella fino alla Cassazione (Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Gianni Luperi) e di due sottufficiali, mentre per otto agenti del reparto mobile di Roma accusati di lesioni è scattata la prescrizione ma non la responsabilità civile.
Complessivamente tra provvisionali (alcuni dei ragazzi pestati rischiarono la vita e subirono danni fisici permanenti) e pagamento delle spese legali degli avvocati il ministero dell'Interno avrebbe sborsato circa 6 milioni di euro.
La cifra che però continua a restare un vero e proprio mistero è quella relativa agli anticipi pagati agli avvocati degli imputati dopo le assoluzioni eccellenti del primo grado di giudizio. Né il ministero né l'Avvocatura di Stato hanno mai voluto svelare la cifra esatta, nonostante siano soldi pagati dai cittadini italiani. C'è chi parla di svariati milioni, e poi c'è un altro punto oscuro: non si sa se il ministero ne abbia chiesto la restituzione agli imputati condannati.
L'azione della Corte dei Conti potrebbe servire a diradare una cortina fumogena di silenzi che assomiglia molto a quella alzata dal Viminale rispetto alle sanzioni disciplinari, che non sarebbero neppure state avviate nei confronti degli agenti prescritti ma colpevoli della "macelleria".