La sentenza della Cassazione e' di grande importanza perché' ha confermato quasi totalmente la sentenza d'Appello; ma su 40, tra poliziotti, carabinieri, guardie di finanza e dipendenti dell'amministrazione penitenziaria, ritenuti responsabili delle violenze solo 7 dovranno scontare una pena, per tutti gli altri e' scattata la prescrizione grazie a leggi ad hoc approvate dai vari governi. Possiamo inoltre essere certi che nemmeno uno dei 7 con la pena ancora da scontare finirà' in carcere. Una sorta d'impunita' che continua ad essere garantita a chi commette reati mentre indossa una divisa.
La sentenza di oggi chiude il percorso giudiziario (restano aperte le cause civili) ma non può' essere questa la parola fine. Ora i vertici della polizia e dei carabinieri devono rimuovere tutti i condannati, indipendentemente dalla prescrizione, e l'ordine dei medici deve prendere provvedimenti nei confronti dei medici condannati: e' inaccettabile che chi doveva assistere e curare sia stato corresponsabile di torture.
Veramente scandalosa e' stata oggi la completa assenza di qualunque rappresentante dello stato e del Parlamento alla lettura della sentenza: il processo Bolzaneto non e' un fatto privato tra vittime e carnefici, ma mette tutta la societa' italiana davanti a precise responsabilità': nel nostro Paese si pratica la tortura.
L'approvazione di una legge sulla tortura come prevista dalla convenzione internazionale del 1984 e' urgentissima e non più' rinviabile; fosse già' stata approvata forse non vi sarebbero state alcune tragiche morti come quelle di Cucchi, Aldrovandi e tanti altri.
Nel 2001 un grande movimento contro la globalizzazione liberista era stato capace di prevedere il disastro sociale nel quale stavamo precipitando; non ci hanno ascoltato e ci hanno represso con una violenza inaudita. Oggi dobbiamo trovare la forza e la fantasia per riprendere il percorso: ieri avevamo ragione, oggi le nostre ragioni sono l'unica possibilità' di garantire un futuro al nostro Paese e all'umanità'.