Mentre si attendono le decisioni del Tribunale di Sorveglianza di Genova che dovrà definire come dovranno scontare le condanne penali per i reati di falso, il Ministero dell'interno ha avviato i disciplinari che decideranno il futuro lavorativo dei 17 funzionari ed agenti condannati per i fatti della Diaz.
Se la conferma dell'avvio dei procedimenti è arrivata dagli stessi legali dei funzionari condannati, dalle poche notizie che filtrano dal Viminale risulta che il Ministero dell'Interno abbia contestato a Gratteri & co solo violazioni colpose (articoli 4 e 6 del Dpr 737/1981, che prevedono fatti compiuti per grave negligenza, cioè non volontariamente), punite con una sospensione che va da 1 a 6 mesi, rinunciando a contestare le violazioni più gravi previste nei casi di condanne penali per fatti dolosi che prevederebbero la destituzione.
Questa scelta ha suscitato perplessità sia nella Procura generale di Genova che tra le parti civili, soggetti che però non hanno voce nel procedimento disciplinare, che resta un capitolo tutto interno alla Polizia.
Fra l'altro l'art. 8 del Dpr in questione prevede la "destituzione di diritto", vale a dire il licenziamento, per diversi casi fra cui la "condanna, passata in giudicato, che importi l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici", proprio il caso dei condannati per i fatti della Diaz, interdetti dai pubblici uffici per 5 anni in seguito alla condanna definitiva.
Sebbene una decina d'anni fa la Corte Costituzionale sia intervenuta dicendo che la destituzione non può essere automatica ma va valutata caso per caso, da un punto di vista strettamente giuridico non è chiaro perché questo articolo non venga contestato ai "superpoliziotti" del G8.
Destino ancora migliore avranno probabilmente gli altri 8 agenti del Reparto mobile di Roma ritenuti responsabili di lesioni gravi dal Tribunale e dalla Corte di appello ma per i quali è intervenuta la prescrizione dei reati: la Cassazione ha confermato la loro condanna per gli effetti civili (i risarcimenti), ma al momento sarebbero tutti in servizio e difficilmente subiranno conseguenze disciplinari.
L'orientamento del Ministero è d'altronde in linea con le sanzioni disciplinari già decise per altri 9 agenti condannati penalmente in via definitiva per falsi e calunnia con pene dall'anno ai quattro anni di reclusione (due episodi di arresti "inventati" nell'ambito del G8 2001) e puniti dal Viminale con sanzioni pecuniarie o la sospensione fino a 2 mesi: alcuni di loro sono ancora in servizio presso la Questura di Genova.