ARRESTI domiciliari per Vincenzo Canterini e Gilberto Caldarozzi, già condannati per lo scandalo Diaz al G8 Respinta la loro richiesta di scontare la pena con affidamento ai servizi sociali. Il provvedimento, che riguarda i due alti dirigenti della polizia, in servizio a Genova durante i giorni del G8, è stato emanato dal Tribunale di Sorveglianza.
HA PREVALSO la linea del rigore, di non concedere i benefici agli uomini che facevano parte della catena di comando durante il G8. Il Tribunale di Sorveglianza di Genova ha deciso di far scontare 3 mesi di arresti domiciliari a Vincenzo Canterini, all'ex capo del Settimo Reparto Mobile di Roma; otto mesi di detenzione in casa pure per l'ex capo dello Sco, Gilberto Caldarozzi. Entrambi condannati definitivamente per l'irruzione e il massacro alla scuola Diaz, per il falso delle bottiglie molotov e le lesioni gravi ai 93 manifestanti.
In Appello ciascuno dei due aveva preso 5 anni e mezzo di carcere. Pene che nel luglio 2012 in Cassazione sono state ridotte a 3 anni e 3 mesi per il primo e 3 anni e 8 mesi per il secondo, in quanto prescritto il reato di lesioni gravi. Dopo, c'è stato l'indulto e sono rimasti i residui di pena, rispettivamente di 3 mesi e di 8 mesi.
Al Tribunale di Sorveglianza si sono rivolti Silvio e Rinaldo Romanelli, i difensori di Canterini, e Valerio Corini per Caldarozzi, insieme ai colleghi che difendono altri 15 funzionari di polizia, tutti condannati con la reclusione. Gli avvocati hanno chiesto le pene alternative, la concessione dei benefici, cioè l'affidamento ai servizi sociali.
Canterini avrebbe voluto fare il volontario in qualche onlus, ma a questa richiesta si è opposta la Procura Generale della Repubblica, ritenendo che gli imputati non abbiano i requisiti per accedere ai benefici. Il procuratore generale, Vito Monetti, nelle sue 21 pagine aveva spiegato il suo "no", esigendo "rigore valutativo" nei confronti dei poliziotti "infedeli". Inoltre, l'avvocato generale della Procura, Luigi Carli, ha chiesto che prima si proceda alla riparazione del danno d'immagine subìto dallo Stato e al risarcimento morale (a livello pecuniario) delle vittime. Ieri, i giudici della "Sorveglianza" hanno depositato la prima sentenza: hanno accolto la tesi della Procura e rigettato la richiesta di affidamento ai servizi sociali avanzata dalla difesa di Canterini e dell'ex capo dello Sco. Anche se il tribunale concede all'ex capo del Reparto Mobile, in servizio nel capoluogo ligure nel luglio del 2001 durante il G8, la facoltà di uscire di casa per due ore al giorno. Concessione che però non soddisfa l'avvocato Silvio Romanelli: «Ci chiedono un gesto simbolico, le pubbliche riparazioni, ma Canterini ha atteso 12 anni per il processo ed in questi anni ha servito diligentemente lo Stato. Ha scritto un libro, con il quale racconta quanto accaduto e si è scusato. Non basta tutto questo? ». Romanelli ritiene infondata la decisione del Tribunale di Sorveglianza, tanto che annuncia un ulteriore ricorso in Cassazione.
Intanto, si attendono le decisioni dei giudici sulle analoghe richieste di affidamento ai servizi sociali, avanzate dai difensori degli altri condannati: Nando Dominici (nel 2001 capo della Squadra Mobile di Genova), Massimo Nucera, Maurizio Panieri, Carlo Di Sarro (ex commissario di Rapallo), Filippo Ferri (ex capo della Squadra Mobile di La Spezia), Fabio Ciccimarra, Salvatore Gava, Massimiliano Di Bernardini, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimo Mazzoni. Per questi ultimi tre la Procura Generale aveva dato parere favorevole alle pene alternative, così come per Di Sarro, e ieri pare che il tribunale abbia accolto le richieste, affidando i 4 funzionarti in prova. Le posizioni di Francesco Gratteri (ex dirigente dello Sco), Giovanni Luperi (ex vicedirettore dell'Ucigos), Spartaco Mortola (all'epoca capo della Digos genovese), dell'ex dirigente Pietro Troiani invece sono state rinviate al 5 dicembre.