IL MINISTERO dell'Interno tace alla Corte dei Conti sui risarcimenti pagati alle vittime della scuola Diaz, non permettendo così che i magistrati contestino a loro volta il danno erariale ai super poliziotti condannati con sentenza definitiva come Francesco Gratteri, Gianni Luperi, Gilberto Caldarozzi solo per citarne alcuni.
E' la clamorosa novità emersa ieri mattina durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei conti. Il procuratore regionale Ermete Bogetti, nel tracciare il bilancio del 2012 ha sottolineato come sia paradossale che nonostante sentenze definitive o di secondo grado, «segnano il passo le istruttorie sui danni derivanti dai gravissimi fatti del G8. La ragione risiede nel fatto che per la Diaz e Bolzaneto lo Stato non risulta aver ancora pagato alcun risarcimento alle vittime».
In realtà se ciò è vero per Bolzaneto (a maggio la Cassazione) non lo è per la Diaz dove il Ministero - scelta sollecitata dagli imputati sperando di allentare la pressione delle parti offese - pagò spese legali e provvisionali ai 93 ragazzi massacrati e calunniati alla Diaz ancor prima della Cassazione. Bogetti ha spiegato: «Ho più volte chiesto al Ministero ma mi è stato risposto che i pagamenti erano stati autorizzati ma non saldati». Non è così visto che i soldi sono stati versati. Ma la Corte per procedere ha bisogno di una dichiarazione ufficiale dal Ministero dell'Interno. E finché non arriva gli alti dirigenti della polizia condannati per i falsi e le violenze possono stare tranquilli.
Se il caso Diaz è quello più controverso il procuratore Bogetti e il presidente della sezione giurisdizionale Luciano Coccoli (rientrato a Genova, dove era stato procuratore dopo alcuni anni in Calabria) nelle loro esposizioni hanno sottolineato come, di fronte a una sempre maggior richiesta di giustizia da parte dei cittadini gli organici della Corte non siano in grado di far fronte a tute le segnalazioni e denunce. Bogetti ha parlato di una situazione «sconfortante» paragonandola ad un'altra istanza costituzionale, quella del diritto al lavoro (e infatti ha dedicato la sua relazione a Giuseppe Burgarella un operaio siciliano suicidatosi a causa della disoccupazione). Lo spaccato che emerge dal bilancio annuale della magistratura contabile segnala alcune tipologie di danno "croniche", come l'assenteismo (un'impiegata dell'Asl di Savona che timbrava per poi andarsene al Bingo ha risarcito prima del processo), gli errori medici (hanno risarcito anche alcuni medici dell'Asl 4 chiavarese che avevano dimenticato una pinza emostatica nell'addome di una paziente), il controllo della spesa sanitaria (processi per acquisti di forniture attraverso gare ad invito che non hanno permesso di ottenere i prezzi migliori). Ma la procura regionale della Liguria ha anche aperto nuove strade. Quelle che hanno visto contestato il danno erariale in materia di beni ambientali e rifiuti. Il primo caso è quello del parco dell'Acquasola dove la procura ha citato Soprintendenti, assessori e funzionari comunali per aver permesso il taglio di alberi vincolati per permettere la realizzazione di un autosilos (ora bloccato). Altra novità assoluta la contestazione (per danno ambientale derivante dal mancato riciclo e per danno economico dovuto ai maggiori costi di smaltimento) ai comuni gravemente inadempienti sul fronte della raccolta differenziata dei rifiuti. La prima amministrazione finita nei guai è quella di Recco ma la finanza è al lavoro su altri comuni, tra i quali anche Genova.