NESSUN colpevole del massacro del 21 luglio 2001. Nessuna prova sufficiente per provare chi materialmente massacrò il giornalista inglese Mark Covell durante il blitz delle forze dell'ordine alla scuola Diaz.
Dirigenti e funzionari di polizia non possono essere ritenuti responsabili di "non avere impedito" il tentato omicidio. Tantomeno per non avere potuto evitare il pestaggio, le lesioni aggravate ad altri quattro giovani, anche loro presenti dentro la scuola di via Cesare Battisti.
Scagionati. Le motivazioni fanno parte dell'archiviazione disposta ieri dal gip Adriana Petri sullo stralcio che fa parte dell'inchiesta principale. Il giudice, però, stigmatizza il comportamento della polizia: "censurando come gravissima la mancata collaborazione degli investigatori con la Procura di Genova che di fatto ha impedito l'individuazione dei singoli responsabili". D'altra parte, di fronte al muro di gomma, pure i pm Enrico Zucca (nel frattempo passato alla Procura Generale) e Francesco Albini Cardona avevano chiesto l'archiviazione del procedimento. C'è di più nel dispositivo firmato da Adriana Petri: da una parte ha disposto l'archiviazione dei reati di lesioni personali aggravate, essendosi prescritte già da anni, prima ancora che arrivasse la richiesta di archiviazione da parte dei pm. In tutto, le posizioni archiviate sono state 20. Inoltre, il gip ha ritenuto infondata l'eccezione di incostituzionalità delle norme del codice penale, sollevata da Zucca e Cardona: avrebbero voluto ricorrere alla Corte Costituzionale, per dichiarare "incostituzionale la prescrizione dei reati di lesioni gravi laddove questi siano assimilabili alla tortura", fatto che i due magistrati hanno ravvisato nel comportamento degli agenti che ferirono i quattro manifestanti. Scrive il gip che "la prescrizione dei reati è materia di esclusiva competenza del legislatore".
Il fascicolo, a carico dei vertici della polizia e di alcuni funzionari in servizio per l'ordine pubblico durante il vertice che si svolse a Genova, puntava a stabilire ed individuare gli autori specifici del tentato omicidio di Covell, così come chi scaricò la sua violenza inaudita contro gli altri 4 no-global Ionas Szabo, Engel Iaroslaw, Stefan Brauer, Laura Jager. A nessuno dei 20 indagati i pm hanno potuto ascrivere alcun reato specifico. Da questo stralcio di inchiesta ne escono da "innocenti" Giovanni Luperi, dirigente superiore e vice direttore Ucigos, a Genova come consulente ministeriale nell'estate del 2001; Francesco Gratteri, dirigente superiore e direttore del Servizio centrale operativo (Sco), Gilberto Caldarozzi, primo dirigente, vice direttore dello Sco, Spartaco Mortola, all'epoca primo dirigente della Digos di Genova; Vincenzo Canterini e Michelangelo Fournier, rispettivamente comandante e vice comandante del Primo Reparto Mobile di Roma; Lorenzo Murgolo, dirigente aggregato presso la questura di Genova, Filippo Ferri, dirigente della Squadra Mobile della Spezia; Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Carlo Di Sarro, Fabrizio Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni, Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri, Vincenzo Compagnone.