LA DECISIONE del gip di Genova Adriana Petri di scagionare i vertici della polizia che nel luglio 2001 gestirono l'ordine pubblico a Genova dalle accuse di tentato omicidio del giornalista inglese Mark Covell e di lesioni gravi di quattro manifestanti «è stata assunta all'esito di un'attività d'indagine che la procura della Repubblica di Genova aveva svolto con grande scrupolo e professionalità ». E' questo il pensiero del procuratore generale di Genova Vito Monetti che ha diffuso una nota in merito. «Considerata la gravità dell'ipotesi di reato, un tentato omicidio ascritto a funzionari della Polizia di Stato - scrive Monetti - è stato mio scrupolo chiedere una copia del decreto di archiviazione. Ho potuto così rendermi conto che la decisione è stata assunta all'esito di un'attività d'indagine che la procura della Repubblica di Genova aveva svolto con grande scrupolo e professionalità, al fine di identificare le persone che avevano materialmente aggredito Mark Covell». Monetti aggiunge che «nel provvedimento di archiviazione il giudice scrive che questa indagine si è rivelata vana a causa di un malinteso spirito di corpo che ha di fatto impedito la doverosa collaborazione degli inquirenti con l'ufficio della Procura nell'individuazione di coloro che, macchiandosi di reati gravissimi, hanno leso l'onore di tutta la Polizia italiana. Il decreto di archiviazione è stato pronunciato - sottolinea il pg - nei confronti delle stesse persone che sono state condannate alla conclusione del "Processo Diaz". Si tratta - com'è noto - di funzionari della Polizia di Stato, alcuni di rango molto elevato. Va ancora ricordato che nel luglio scorso, la Corte di Cassazione ha definitivamente respinto i ricorsi che queste persone avevano presentato contro la sentenza della Corte d'appello di Genova che ne aveva, appunto, dichiarato la responsabilità».