Mentre stanno suscitando un acceso dibattito, all´interno alla magistratura, le critiche del procuratore generale genovese Enrico Zucca (un articolo per la rivista Altraeconomia che ieri Repubblica ha rilanciato) alla sentenza con cui la Cassazione ha assolto dall´accusa di induzione alla falsa testimonianza l´ex capo della polizia Gianni De Gennaro, un altro ostacolo si abbatte sulla lunghissima strada del processo per l´irruzione alla scuola Diaz.
Sembra incredibile, ma un sindacato dell´avvocatura, Oua, per altro minoritario, alla fine di giugno ha pensato di proclamare una giornata di sciopero, quindi con astensione delle udienze, fissando la data al 5 luglio. Ossia proprio il giorno in cui era stato rimandato per l´ultimo (così sembrava) appuntamento in Cassazione, il processo ai 25, tra funzionari e agenti di polizia, condannati in secondo grado per la «macelleria messicana» del G8 del 2001.
Il 15 giugno, infatti, giorno in cui già avrebbe dovuto concludersi, il presidente della Quinta sezione penale Giuliana Ferrua, visto il prolungarsi delle arringhe dei difensori, aveva annunciato a sorpresa il rinvio al 5 luglio. E subito dopo era arrivata la proclamazione dello sciopero dell´Oua «contro la "complessiva operazione di rottamazione della giustizia pubblica, le liberalizzazioni e la demolizione del processo civile». Anche se il 5 luglio è previsto l´ultimo intervento, quello dell´avvocato Carlo Di Bugno, difensore di Giovanni Luperi, uno dei superpoliziotti, è sufficiente che uno dei difensori aderisca all´agitazione per ottenere il rinvio del processo che, a questo punto, molto probabilmente slitterebbe a dopo l´estate.
Durissima la reazione del comitato Verità e Giustizia per Genova attraverso la voce di Enrica Bartesaghi, madre di una delle ragazze picchiate e arrestate alla Diaz e passata anche nell´inferno del carcere di Bolzaneto: «Abbiamo aspettato undici anni, siamo andati a Roma il 15 giugno, data prevista per la sentenza, inutilmente, chiediamo che non ci siano ulteriori rinvii».
Intanto, continua a restare senza risposta l´appello lanciato dal comitato Verità e Giustizia al presidente Giorgio Napolitano: «Non abbiamo mai ricevuto delle scuse da parte delle istituzioni, del presidente Napolitano, del Ministro dell´Interno, del capo polizia, e crediamo sia comunque doveroso che vengano fatte, aldilà di quello che sarà l´ esito di una sentenza che sembra non voler mai arrivare». «Che almeno il Presidente - chiedono i portavoce del Comitato - dia un segno forte, visto che l´Avvocatura dello Stato non è stata dalla parte delle vittime ma da quella degli imputati condannati in appello, ed è indegno per un paese civile».
L´attesa dell´ultima sentenza in Cassazione sulla Diaz si carica, intanto, in queste ore anche della discussione generata dalle dure critiche rivolte dal pg Zucca all´assoluzione del prefetto De Gennaro. Secondo Zucca la sentenza della Suprema Corte, in alcuni suoi passaggi, «è un atto di forza», oppure si muove con «assoluta leggerezza», oppure «tace» e ancora, invece di guardare al diritto, si tuffa nei fatti.
L´analisi del pg che, con il collega Francesco Albini Cardona, ha condotto tutta l´inchiesta sui fatti della Diaz può essere letta nella rubrica "In punta di diritto" che il magistrato cura sulla rivista (è appena uscito il numero di luglio) Altreconomia.