Il più lungo capitolo della storia giudiziaria genovese si è chiuso ieri mattina in un'aula della Corte d'Appello: quando il sostituto procuratore generale Antonio Lucisano ha decretato la prescrizione, rinunciando al ricorso in Cassazione, per l'ultima "tuta bianca" coinvolta nel cosiddetto "processo dei 25", di fatto il palazzo di giustizia di Genova, quasi undici anni dopo, ha chiuso tutte le pendenze con i tre principali filoni scaturiti dalle vicende del G8 del luglio 2001.
IL SIPARIO, nel capoluogo ligure, cala definitivamente sulla brutale irruzione nella scuola Diaz, gli abusi della prigione speciale di Bolzaneto, le devastazioni dei black bloc.
L'ultima pagina l'ha scritta Duccio Bonechi, che oggi ha 35 anni e lavora come produttore di spettacoli, ma nel 2001 era studente di psicologia a Padova e partecipò alle manifestazioni no global assieme ai centri sociali veneti guidati da Luca Casarini.
Nel 2002 fu uno dei 25 indagati nella cosiddetta retata anti black bloc. Il processo che ne seguì registrò pesantissime condanne per il reato di devastazionee saccheggio. Ma il teorema della procura che voleva responsabili del disegno di devastazione anche le tute bianche venne in parte smontato dalla sentenza che per molti imputati accolse solo in parte le richieste dell'accusa. Bonechi, ad esempio, cui veniva contestata la devastazione per aver partecipato all'assalto del blindato dei carabinieri in via Tolemaide, venne condannato solo per resistenza e danneggiamento ad un anno e quattro mesi in primo grado. Per un difetto di notifica, però, la sua posizione in appello è stata stralciata. Se il fascicolo principale dei "25" è già partito per l'ultimo pronunciamento in Cassazione, ieri Bonechi ha affrontato l'Appello davanti ai giudici della seconda sezione. I suoi legali, gli avvocati Raffaella Multedo di Genova e Anna Maria Alborghetti di Padova, hanno sollevato la questione della prescrizione che è stata accolta dal pg Lucisano.
Chiusi i principali filoni del G8 resta solo un ultimo rivolo. E' il fascicolo che si appresta a chiudere con una richiesta di rinvio a giudizio il pm Francesco Albini Cardona. L'indagato è il vicequestore Massimo Cinti, accusato di falsa testimonianza per aver cercato di coprire le violenze di alcuni agenti avvenute in piazza Manin a danno di pacifisti spagnoli.