Lui, la faccia ce l´ha sempre messa. Anche nel dire, come fa per il rischio prescrizione dei processi sul G8, che questo sarebbe un vero proprio "fallimento dello stato". E così Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, giurista di fama, ma anche impegnato come volontario nel carcere di Bollate, arriva domani a Palazzo Ducale per parlare della "Costituzione letta dal carcere" nell´ambito della rassegna "Uomini dentro. Ci mettiamo la faccia" che tratta, appunto, del carcere.
Professor Onida, si parla di un nuovo ordinamento carcerario, di lasciare le celle più aperte...cosa ne pensa?
«Penso che invece di stare chiusi in cella la maggior parte del giorno i detenuti potranno stare di più nelle parti comuni...in un certo senso è quanto accade già al carcere di Bollate, dove opero come volontario allo sportello giuridico. Ma il problema non è aprire le celle, è garantire più lavoro ai detenuti, dare spazi e strutture, fare promozione presso gli imprenditori e attuare sinergie. Quanto accade a Bollate è più avanzato che altrove, non dico che non si può replicare ma ci vogliono rapporti con il terzo settore, con la società esterna, a cominciare dalle Regioni. Altrimenti, non si riesce a fare nulla».
La Cassazione ha cancellato l´accusa a Gianni Di Gennaro e Spartaco Mortola per le presunte pressioni sui sottoposti. Ma la sensazione che corre è che i processi del G8 rischino di perdersi, man mano, tra prescrizioni e assenza di chiarezza. Lei cosa ne pensa?
«Già la sentenza d´appello su Bolzaneto dava una serie di prescrizioni; e il rischio reale è che ce ne siano altre. Ecco, questi processi, sia per la Diaz che per Bolzaneto, sono esempi di come funzioni male la prescrizione penale: non si può perseguire il condannato se si ritiene che non ci sia più interesse sociale nel farlo. Ma questo atteggiamento è corrotto dal fatto che si prescrive per l´inerzia dell´apparato giudiziario».
Una scelta intenzionale o casuale?
«Assurdo che la prescrizione decorra quando un processo è in corso, Avrebbe senso se ci fosse inattività processuale, ma se viene svolto un lavoro diligente, e la procedura si ferma per prescrizione basta, si corrompe l´idea stessa di processo: l´avvocato stesso punterà alla prescrizione, non a chiarire cosa sia accaduto. Ed è un vero e proprio fallimento dello stato».
Vede qualche soluzione?
«Purtroppo no, solo un enorme spreco di energie processuali; invece di riformare, si va indietro. E´ già accaduto con la ex Cirielli, adesso siamo alla prescrizione breve: è questo assunto che ormai governa il potere giudiziario. Se un Tribunale sa che tra sei mesi un processo sarà estinto perché prescritto, non lo affronterà neppure. E, per quanto riguarda i fatti del G8, che quindi riguardano pubblici funzionari, l´amministrazione, che dovrebbe dare il massimo impegno per chiarire le responsabilità dei suoi funzionari, lascia invece scorrere il tempo».
Lei è stato candidato lo scorso anno per il Pd alle primarie per la candidatura a sindaco di Milano. Pensa che sia la migliore strategia per scegliere i candidati?
«I partiti si rendono conto che non hanno sufficienti canali con la società e chiedono ai cittadini. Le primarie possono avere una certa ambiguità quando diventano di coalizione, se si candida un esponente del pd, uno di Idv, uno di SeL...allora sono delle pre-elezioni . Io credo davvero che le primarie siano utili perché un partito, come il Pd, si apra ai suoi elettori».
Professore, ci sarà da scegliere un candidato del centrosinistra per il 2013. Lei si candiderebbe? O farebbe il padre nobile?
«Ma per favore! Ho 75 anni compiuti, Pur senza sposare la tesi dei cosiddetti rottamatori, ci vuole un ricambio. Padre nobile? Bisogna vedere se lo sono...».