Condannati di serie A e condannati di serie B. Per i primi lo Stato non solo non ha trovato intralci a travolgenti carriere ma s'è anche spicciato a pagare parte dei risarcimenti. Le vittime dei condannati di serie B, al contrario, aspettano ancora, a dieci anni e mezzo dai fatti, il risarcimento. Diaz e Bolzaneto.
Il comitato Verità e Giustizia per Genova denuncia che, nel caso dell'irruzione nel dormitorio dei manifestanti, si sia fatto di tutto «per tutelare i vertici della polizia» e che i condannati per le torture nel carcere provvisorio ricavato in una caserma di polizia «non hanno cognomi altrettanto importanti».
Mentre per le torture di Bolzaneto non s'è vista una lira, per il processo Diaz sono state pagate solo le "provvisionali", degli acconti stabiliti dal tribunale penale sui risarcimenti futuri oggetto di un ulteriore processo civile. Nessuna traccia delle spese legali tanto che un legale del Genoa Legal Forum ha avviato le procedure di pignoramento nei confronti del questore Spartaco Mortola, uno dei condannati della scuola Diaz durante il G8 del luglio 2001 (tre anni e otto mesi comminati in appello per falso) ora vicequestore vicario a Torino per far sentire il fiato sul collo ai no Tav. All'epoca era il capo della digos genovese e salirà agli onori delle cronache per le intercettazioni che consentiranno di arrivare alla condanna del suo capo di allora, De Gennaro, per l'induzione alla falsa testimonianza di un altro dei protagonisti in negativo di quello scorcio di luglio, il questore Colucci.
L'atto di precetto gli è stato notificato pochi giorni fa. Si tratta del documento che, in assenza di risposta, porta al pignoramento dei beni o di parte dello stipendio.
L'azione nei confronti del funzionario - uno dei 25 ritenuti colpevoli - mira ad ottenere il pagamento delle spese legali. Al momento viene chiesta la parcella di un avvocato, circa 20mila euro, ma è probabile che a breve seguiranno altri precetti.
La stampa genovese parla della preoccupazione del Viminale per la mossa dei legali e già sono partite lettere che promettono un versamento imminente. Lo conferma Gilberto Pagani, di Legal Team Italia, uno dei legali dei ragazzi pestati alla Diaz e a Bolzaneto. A complicare la questione ci sarebbe l'intreccio, per i fatti avvenuti nel carcere provvisorio, di due burocrazie, quella del Viminale e quella di Via Arenula, il ministero di Giustizia. Ma, secondo indiscrezioni, sarebbero gli Interni a prendersi carico dei risarcimenti. Resta il sospetto delle vittime che si sarebbero tutelati con maggiore solerzia beni e stipendi degli alti funzionari condannati per la Diaz a dispetto dei meno autorevoli condannati per Bolzaneto». Tra anticipi e spese legali la cifra per le 300 parti offese si aggira sui 6 milioni di euro per la Diaz e di 10 milioni per Bolzaneto.
Va detto, infine, che vale anche per i condannati del G8 la legge del 2010 che affida ad una commissione presieduta da un prefetto la possibilità di avvalersi o rinunciare "all'esercizio di rivalsa" nei confronti di appartenenti alle forze dell'ordine condannati a risarcire le vittime. Tutto ciò mentre il governo studia il cosiddetto decreto "salva-manganello". Ne ha dato l'annuncio di recente il ministro Maroni riferendo alla Camera sugli scontri del 15 ottobre. Nel caso di reati le indagini non saranno più di competenza del pubblico ministero di turno, ma dovrà esserci «un intervento diretto del procuratore capo, cui spetterà procedere sottraendo la competenza al primo sostituto procuratore». Si tratterebbe di una norma per rispondere alle pressioni dei servitori dello Stato che «dagli incidenti di Genova in poi hanno manifestato una sorte di timore psicologico a intervenire», come ha detto Maroni che punta pure a estendere ai manifestanti come già avviene per gli ultras, l'aggravante delle lesioni gravi e gravissime a pubblico ufficiale (da 4 a 10 anni e da 8 a 16 anni).