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comunicato stampa
Le affermazioni del capo della polizia Antonio Manganelli sulle giornate del G8 del luglio 2001 ci sembrano assai parziali e fuorvianti, perche' il capo della polizia non puo' ignorare che il G8 di Genova e' gia' passato alla storia, in tutto il mondo, per le straordinarie e inconcepibili violenze delle forze dell'ordine italiane: non solo alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto, ma anche nelle strade e nelle piazze della citta' (vorremmo ricordargli che un ragazzo di 23 e' stato ucciso da un colpo di pistola).
Il dottor Manganelli sembra ignorarlo, ma le giornate del luglio 2001 sono una delle pagine piu' nere nella storia della polizia italiana in tempo di democrazia ed e' difficile trovare in Europa eventi altrettanto gravi e infamanti per le istituzioni democratiche.
Il dottor Manganelli non puo' nemmeno rimettersi alle valutazioni della magistratura - che peraltro ha gia' condannato in primo grado alcune decine di agenti e funzionari, mentre la magistratura civile ha imposto al ministero degli Interni il pagamento di risarcimenti alle vittime di violenze gratuite commesse per strada - per avere una conoscenza dei fatti. Esiste una copiosa documentazione che possiamo volentieri fornirgli, e gli ricordiamo che su numerosi gravissimi episodi - dalle violenze e gli abusi alla Diaz ai maltrattamenti di Bolzaneto ad altre violenze per strade - non ci sono versioni contrastanti e che in alcuni casi agenti e infermieri hanno aggiunto le loro testimonianze a quelle delle vittime. Manganelli non ha niente da dire su questo punto? Se vuole negare i fatti si faccia avanti, altrimenti si assuma le
sue responsabilita' e chieda immediatamente scusa a tutte le vittime e alla cittadinanza, rimuova i responsabili delle violazioni e avvii quell'operazione di trasparenza che ha finora rifiutato di fare, imitando in questo il suo predecessore Gianni De Gennaro, arrecando grave danno - a nostro avviso - alla credibilità democratica della polizia di stato.
Genova, 11 febbraio 2010