"E dire che quell´estate era cominciata proprio bene...". L´estate del 2001, l´estate del G8 di Genova. Christian Mirra (1977), oggi illustratore e fumettista di fama internazionale, diviso tra l´Italia e Barcellona, nel luglio di otto anni fa guardava incantato le fiamme d´un falò sui monti alle spalle di Benevento. E progettava la vacanza più romantica della sua giovane vita. Ventiquattr´ore più tardi avrebbe conosciuto l´orrore della notte cilena. Un orrore che ha raccontato e disegnato in maniera esemplare in "Quella notte alla Diaz. Una cronaca del G8 di Genova" (Guanda Graphic), graphic novel da oggi in libreria. Centinaia di tavole che rievocano la drammatica irruzione della polizia nell´istituto scolastico di via Cesare Battisti, il massacro e l´arresto illegale di 98 no-global inermi. Le urla. Il buio. Il sangue. Christian era uno di loro. Ed ha raggiunto l´orlo dell´abisso, ha guardato di sotto. Ci è finito dentro. "Forse solo attraverso l´esperienza diretta ci si può spogliare dei pregiudizi. E comprendere la gravità dei fatti", spiega. E dopo la scuola disegna l´angoscia del ricovero in ospedale, piantonati da agenti ubriachi di violenza ed altri che non si capacitavano di quella follia. Poi le torture nella caserma di Bolzaneto. Lo smarrimento del "dopo", il ritorno alla vita "normale". E l´umiliazione dei processi, il tono quasi beffardo ed aggressivo di chi difendeva i massacratori. Quel ritornello maledetto, appena sussurrato: "In fondo ve la siete andata a cercare, potevate starvene a casa". Vale la pena di riprendere un paio di citazioni. La prima di Orwell: "Ben presto nella mia vita ho scoperto che nessun evento è raccontato correttamente dai giornali". E un´altra, che riporta alcune parole coraggiose pronunciate a suo tempo dal questore Salvatore Presenti: "E´ possibile che qualcuno commetta degli errori (...). Ma loro non hanno scusanti, non hanno giustificazioni. E se sbagliano, pagano. Non si può essere indulgenti con chi porta la divisa e ha due volte il dovere di comportarsi bene, di dare l´esempio". Vale allora la pena di ricordare che tra due settimane ricomincia il processo d´appello per l´assalto alla Diaz. Il 5 marzo è attesa la sentenza di secondo grado per Bolzaneto. "Volevo contribuire a preservare la memoria sui fatti del 2001 - spiega Christian Mirra -. Mi resta tanta amarezza. Ma ho la soddisfazione di aver lasciato una traccia di verità. Spero che sia raccolta, magari proprio da qualche poliziotto. E che aiuti a fare in modo che ciò che è accaduto a Genova non si ripeta".