Rete Invibili - Logo
G8 del 2001 e le false testimonianze. Mortola assolto senza dubbio, De Gennaro un po' meno
Fonte: www.ilsecoloxix.it
19 ottobre 2009

Depositate le motivazioni della sentenza del Gip Silvia Carpanini. In 79 pagine la ricostruzione della vicenda della induzione alla falsa deposizione dell'ex Questore di Genova Francesco Colucci per «aiutare i colleghi» sotto processo, che avrebbe avuto come artefici Gianni De Gennaro, ex Capo della Polizia oggi al vertice dei servizi e l'ex Capo della Digos di Genova Spartaco Mortola. Il tutto passando sulla ricerca di omogeneizzare le dichiarazioni delle tre parti sul perché (e su chi decise) l'invito alla Diaz dell'allora capo dell'ufficio stampa del ministero, Roberto Sgalla.

Francesco Colucci
La figura di Colucci ne esce, per così dire, ridimensionata e con qualche area di confusione nelle sue deposizioni. Con il dubbio del giudice che l'ex Questore "abbia interpretato o capito" più che riferito nel dettaglio i colloqui con De Gennaro e Mortola, quest'ultimo cercato dall'ex Questore.

Alla fine dell'esame dei fatti e delle valutazioni giuridiche la Gip Carpanini assolve senza ombra di dubbio Mortola, mentre per De Gennaro ritiene che sia insufficiente la prova.

Le motivazioni erano attese e confermano, da un lato, la critica alla indagine e alla interpretazione data dalla Procura a una telefonata tra l'ex Questore, l'ex Capo della Digos e poi con De Gennaro. Intepretazione ritenuta "forzata" alla luce di precedenti divergenze che, peraltro, osserva la Gip, non avevano avuto esito penale per De Gennaro e Mortola.

Spartaco Mortola
Gianni De Gennaro
In sostanza la Gip sottolinea come sia stato Colucci a cercare Mortola e come abbia lui cambiato e corretto alcune delle sue affermazioni, evidenziando poi come nel 2007 Colucci «non ricordasse nel dettaglio quasi nulla» delle vicende del G8 del 2001. Il tutto "passando" (nell'ingarbugliata vicenda giudiziaria del G8 e, nello specifico, nel caso Colucci-De Gennaro) per la telefonata che inviò Roberto Sgalla (oggi a capo della Polstrada a livello nazionale, già capo ufficio stampa del ministero ed ex esponente sindacale del Siulp all'epoca della fondazione del sindacato unitario di polizia) alla Diaz la sera della sanguinosa irruzione.

La Gip Carpanini non tralascia di evidenziare sia nella ricostruzione sia nelle sue valutazione di fatto e di diritto, le zone d'ombra, ma attenendosi poi ovviamente ai fatti del processo specifico che doveva giudicare conclude la sua disamina con dieci righe chiare ed efficaci per rappresentare la sua decisione assolutoria per Mortola e per De Gennaro: «Certo è - scrive la Gip Carpanini - che nel momento in cui non è possibile ricostruire con un certo grado di completezza e di precisione ciò che Colucci e De Gennaro si sono detti in occasione dell'incontro che ha preceduto la testimonianza e, quindi, non cosa Colucci abbia capito o ritenuto di dovere fare, ma quello che gli è stato chiesto o suggerito in modo tale da condizionarne la volontà, non è neppure possibile pervenire ad un'affermazione di responsabilità».

Per cui «entrambi gli imputati devono essere assolti per non avere commesso il fatto, quanto a Mortola emergendo dagli atti la prova positiva dell'insussistenza da parte sua di qualsiasi condizionamento delle dichiarazioni testimoniali di Colucci e, per De Gennaro risultando insufficiente la prova che sia stato l'ispiratore del cambio di versione di Colucci su Sgalla o, quanto meno, che l'abbia fatto nella consapevolezza che il teste avrebbe reso dichiarazioni almeno soggettivamente false».