Rete Invibili - Logo
Diaz, ci sarà un processo per De Gennaro, ma l'ex capo della ps prende la scorciatoia
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione, 13 maggio 2009
13 maggio 2009

Quasi balbettava dall'emozione quando riferì di aver ricevuto nientemeno che i complimenti del Capo. «Li hai sbranati», gli aveva detto. La sua allegria durò per giorni. Ogni volta che squillava il cellulare ripeteva la litania gonfiando il petto coi colleghi. Finché un avviso di garanzia gli cambiò l'umore. Ora dovrà riascoltare in tribunale quelle telefonate in un processo pubblico che inizierà il 5 giugno a Genova. ll Capo, invece, ha scelto una scorciatoia. Si chiama rito abbreviato, scavalca il dibattimento e, in caso di condanna, garantisce lo sconto di due terzi della pena.
L'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro e l'ex dirigente della digos di Genova Spartaco Mortola compariranno il 30 giugno davanti al gip, Silvia Carpanini, per essere processati con il rito abbreviato per l'accusa di aver istigato l'ex questore di Genova Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza durante il processo per l'irruzione nella scuola Diaz durante il G8 del 2001. «Il rito abbreviato è un loro diritto di imputati - replicano l'eurodeputato Prc Vittorio Agnoletto ed Enrica Bartesaghi, madre di una ragazza pestata alla Diaz e a Bolzaneto - ma servirà a evitare le scomodità di un prolungato dibattimento. La polizia ha tenuto, durante le inchieste sul G8, un comportamento opaco e ai limiti dell'omertà come denunciato dagli stessi pm».
I pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, ieri, hanno parlato per tre ore durante l'udienza preliminare, hanno fatto sentire alcune intercettazioni e letto una sintesi della memoria che controbatte le eccezioni delle difese. Le parti civili che sono state ammesse sono rappresentate dagli avvocati Laura Tartarini (per una delle vittime dei pestaggi alla scuola Diaz) ed Emiliano Robotti (Giuristi democratici).
Questa storia inizia alla fine dell'aprile 2007. E' una sottotrama di quella cominciata la notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001 a Genova quando centinaia di agenti di polizia si coprirono il muso e fecero irruzione alla Diaz: una sessantina di feriti, alcuni gravissimi e 93 arresti illegittimi per un'accusa inventata. Quasi sei anni dopo, Francesco Colucci doveva varcare la soglia di Palazzo di giustizia per testimoniare. Colucci sarà uno dei nove poliziotti più alti in grado dello Stivale. Gianni De Gennaro, oggi direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, capo delle barbe finte, avrebbe suggerito a Colucci - questo dice l'accusa - di correggere il tiro e dire che, a spedire Roberto Sgalla ai cancelli della Diaz fu lui stesso e non il capo della polizia. Sgalla, allora portavoce della ps, fu colui che sbarrò la strada ai legali e ai parlamentari dicendo che il massacro in corso altro non era che una «normale perquisizione». Il giorno appresso fu lui a organizzare la conferenza stampa in cui venivano esibite le prove false e farlocche: coltellini da campeggiatore, attrezzi trafugati alla ditta che stava restaurando la scuola. E le due molotov portate apposta dalla questura per giustificare la notte cilena. De Gennaro, in corsa per fare il Negroponte italiano, non voleva essere associato a una delle pagine più oscure della polizia nostrana.
Spulciando tra le carte spunta una telefonata tra il testimone Colucci e l'imputato Spartaco Mortola. Diceva l'ex questore: «Mi ha fatto leggere (il Capo, ndr), poi dice... (parole incomprensibili) tu devi, bisogna che tu un po' aggiusti il tiro sulla stampa (...) Io nella stampa avevo dichiarato che praticamente avevo, persino il capo m'aveva telefonato per la stampa. A questo punto io dovrei fare un po' di marcia indietro e dire: oh, tante telef... se me lo richiedono, dice: Ma aveva dichiarato quello? Sì, avevo dichiarato quello, però, ripensandoci bene, sicuramente io ho avvertito Sgalla, io, ma non credo, non mi ricordo, tante telefonate, tanti casini, che magari non me l'ha detto il capo, capito?». Colucci - sembra risultare dai tabulati - "studierà" parecchio assieme a Mortola. Ma alla fine potrà dire felice ai colleghi: «Poi stamattina m'ha chiamato il capo. Dice li hai, li hai maltrattati una cosa del genere, li hai., li hai... gli hai fatto la..., come ha detto, li hai... e no sbranati, li hai... va be insomma, una frase ha detto. In senso positivo, chiaramente. Che era contento eccetera. Ho saputo da FerrL.che anche Caldarozzi e Gratteri sono stati contenti, diciamo, di questa... Luperi è rimasto contento. D'altra parte è uno scenario nuovo si è aperto per colpa mia diciamo». Per colpa sua, anche i pm la pensano così.