Il "codicillo" infilato tra i vari articoli interverrà a favore dei vertici della polizia assolti in primo grado ma per i quali l'accusa ha presentato appello. Per il reato di falso la prescrizione scatta nel 2014. Non ne beneficeranno i condannati per Bolzaneto.
E' il codicillo inserito tra le carte, la virgoletta infilata a mo' di leggina ferragostana, quando la soglia di attenzione si liquefa al sole e l'"arrangiamento" può insinuarsi sovrastato dal frastuono balneare. Questa volta il testo emendato, cioé la "novità" dell¹ultima ora, compare tra le pieghe della bozza di accordo sottoscritto poche settimane tra il governo e i sindacati delle forze di polizia che spiana la strada al nuovo contratto.
Più precisamente la "virgola" rientra tra le cosiddette dichiarazioni di impegno previste a margine del testo, una sorta di promesse scritte e controfirmate, su una serie di questioni riguardanti le categoria. Generali e particolari. Questa, incentrata sul tema della tutela legale a favore degli appartenenti all'amministrazione, è a dir poco particolarissima. Ad hoc, per meglio dire.
«Il governo - si legge - si impegna a promuovere una modifica normativa delle disposizioni contenute (vengono citati articoli e leggi, ndr) affinché il rimborso delle spese di difesa sostenute nei procedimenti penali sia previsto anche in caso di pronuncia che dichiari l'intervenuta prescrizione, purché non sia stata precedentemente emessa sentenza di condanna per gli stessi fatti». Mai fino a questo momento la questione della prescrizione era stata contemplata nella norma sulla tutela legale dei poliziotti introdotta nel 1975 con la legge Reale. Perché? Difficile pensare solo ad uno scrupolo intervenuto per chiarire e definire un articolo normativo colmando una lacuna. Qui la questione è assai pratica. E la sensazione diffusa rimanda al G8 e agli imputati eccellenti per l'irruzione alla scuola Diaz del 21 luglio 2001 assolti il 13 novembre da ogni accusa. Pesci grossi, come si suol dire.
Tra loro ci sono figure di vertice della polizia: Francesco Gratteri, attuale capo del Dac, l'Anticrimine, e Gilberto Caldarozzi, oggi numero uno del Servizio centrale operativo (comanda tutte le Squadre Mobili). E dei Servizi Segreti: Giovanni Luperi, all'epoca dei fatti vice direttore dell'Ucigos e attualmente responsabile del Dipartimento di analisi dell'Aisi (l'ex Sisde). Tra gli altri dirigenti di polizia processati e assolti per il blitz della Diaz compaiono i nomi di Spartaco Mortola, numero due della questura di Torino, di Nando Dominici, dirigente del Compartimento Polfer di Verona e di Filippo Ferri, capo della Squadra Mobile di Firenze.
Usciti indenni dal processo di primo grado ora tutti i super-poliziotti saranno giudicati nel secondo visto che sia la Procura ordinaria che, eccezionalmente, la Procura generale hanno presentato appello. Nei confronti di Gratteri, Caldarozzi e Luperi i pm Zucca e Cardona Albini avevano chiesto la condanna a quattro anni e sei mesi per falso, calunnia ed arresto illegale. Ed eccoci al dunque. Nel caso degli imputati per il blitz alla scuola Diaz la prescrizione per il reato di falso scatterà nel 2014.
Significa quindi che se nel frattempo il processo di appello non dovesse concludersi il codicillo promesso dal governo cadrà a fagiolo a favore degli alti dirigenti. I quali, così, potranno contare sul rimborso delle spese legali sostenute nel corso dei vari dibattimenti. Non proprio "bruscolini" visto che più l'imputato è eccellente più affermato è il legale che lo assiste nel corso di una vicenda processuale così lunga e da uno "spessore" mediatico-politico non comune.
A vederla, un po' malignamente, sembra proprio un favore concepito dal governo, e nella fattispecie del ministro dell'Interno Roberto Maroni, concesso ad un pezzo, significativo, della nomenklatura della polizia di Stato. Anche perché l'ultima frase inclusa nel testo della dichiarazione di impegno contiene una "scoppola" rivolta a tutti gli altri imputati dei vari processi istruiti in relazione ai vari filone del G8.
E' scritto infatti che da questa forma di estensione della tutela legale sono esclusi gli appartenenti alle forze di polizia che pur beneficiati dalla prescrizione (nel frattempo intervenuta per la stragrande maggioranza dei reati contestati) sono stati già condannati per effetto di una sentenza emessa precedentemente per gli stessi fatti. E questa è la condizione in cui versano poliziotti di rango decisamente inferiore. Per esempio tutti quelli condannati per il filone delle violenze a Bolzaneto e per i quali è nel frattempo scattata la prescrizione. Della serie: una volta di più, soprattutto tra le forze di polizia, la legge non è uguale per tutti. E come, non troppo infrequentemente accade i sindacati paiono non scandalizzarsi troppo visto che nessuno di loro (e sono tanti) ha denunciato le incongruenze del "codicillo". Anzi: l'ha sottoscritto insieme alla bozza del nuovo contratto di lavoro.