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Dobbiamo insistere sulla commissione d'inchiesta per Genova
di Gianclaudio Bressa (Parlamentare Pd)
24 novembre 2008

Le battaglie si fanno se si è convinti della loro giustezza, anche se il risultato non è certo. E sulla commissione d'inchiesta sul G8 noi dobbiamo insistere. Il verdetto dei giorni scorsi ci dimostra che nel 2007 è stato fatto un errore: i no dei partiti di Antonio Di Pietro e Clemente Mastella, uniti a una scarsa convinzione di alcuni esponenti dell'Ulivo, hanno bloccato l'adozione dello strumento più appropriato per fare luce sui fatti di quei terribili giorni.

E' bene ricordare che il Consiglio d'Europa ha espresso giudizi durissimi verso il Parlamento italiano dopo il lavoro svolto dalla commissione d'indagine nell'agosto del 2001, che in effetti sembrò una vera e propria burla e non portò a nessun risultato. La nostra proposta di legge per la commissione d'inchiesta chiariva invece puntualmente la differenza fra il lavoro della magistratura e gli obiettivi del Parlamento, a cui spetta accertare perché quei fatti si sono verificati e chi li ha autorizzati.
Bisognava scoprire, insomma, le responsabilità politiche nella linea di comando di quell'azione.

Noi torneremo per questo a chiedere che quella commissione si faccia. Non è possibile che siano colpiti soltanto gli autori materiali. Certo, l'individuazione di quelle responsabilità è un primo fatto positivo. Non arriva però agli aspetti più gravi: in quei giorni a Genova c'è stata infatti una sostanziale sospensione dei diritti civili, qui, proprio nel nostro Paese. Un Paese che vanta una civiltà giuridica fra le più alte d'Europa.

Se ci siano state o no responsabilità politiche non può rimanere nell'incertezza. Le reazioni di diversi esponenti del centro destra, a cominciare dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, dimostrano che probabilmente si teme l'accertamento della verità. Una verità che potrebbe essere scomoda per personalità che oggi, come nel 2001, hanno ruoli di governo. La commissione d'inchiesta, che riproporremo in commissione Affari costituzionali, ha quindi proprio questa finalità: unire al lavoro della magistratura sulle responsabilità penali individuali, quello del Parlamento sulle responsabilità politiche.

Gianclaudio Bressa