Il tribunale di Genova ha emesso la sentenza contro i 29 poliziotti che la sera del 21 luglio 2001, al termine delle dimostrazioni contro il G8 a Genova, fecero irruzione nella scuola Diaz (sede le Genoa Social Forum) e picchiarono, ferirono e infine arrestarono 93 pacifici dimostranti che stavano dormendo.
16 poliziotti sono stati assolti, 13 sono stati condannati a pene che vanno da un massimo di 4 anni al minimo di 1 mese di reclusione. Pene lievi, che comunque non dovranno essere scontate.
I 13 condannati sono i "pesci piccoli" fra gli accusati: per lo più coloro che, obbedendo a degli ordini, hanno materialmente picchiato i manifestanti. I 16 assolti sono quei quadri intermedi della polizia che furono responsabili della decisione dell'irruzione e della montatura contro i manifestanti, accusati allora di detenere bottiglie molotov e di essersi opposti alla polizia.
Una volta ancora, non si è voluto far luce sulla catena delle responsabilità e risalire a chi prese le decisioni e diede gli ordini.
Già l'accusa aveva evitato di indagare sul Capo della Polizia, che pure non poteva non sapere dell'iniziativa che si prendeva a Genova. Oggi vengono assolti anche i suoi collaboratori che materialmente decisero ciò che doveva essere fatto: un macello di dimostranti inermi per riscattarsi dalle accuse di inerzia rispetto ai disordini di quei giorni.
Come difensori dei dimostranti, ma anche come giuristi e come semplici cittadini, siamo molto amareggiati dell'esito di questo processo. A distanza di più di 7 anni la magistratura dimostra di non volere fare chiarezza sulle responsabilità delle forze dell'ordine in quei giorni di violenze contro i dimostranti.
Mentre in un altro processo si sono condannati a pene altissime (fino a 11 anni di reclusione) alcuni dimostranti, che in molti casi non avevano commesso atti di violenza particolarmente gravi, sono stati assolti molti poliziotti che commisero violenze inaudite sia nel bunker di Bolzaneto che nella scuola Diaz.
La sentenza è evidentemente il frutto di un clima di destra oggi imperante in Italia, che travolge non solo le regole del diritto, ma la stessa verità. E' intenzione nostra fare appello contro questa sentenza, affinché non cali il sipario sulla verità di ciò che accadde a Genova in quei giorni.
Avvocati Europei Democratici
Genova, 13/11/2008