La sentenza, che dopo quattro anni di istruttoria dibattimentale ha concluso il processo per i fatti della scuola Diaz, lascia un profondo senso di amarezza; infatti, anche se solo le motivazioni della sentenza ci faranno comprendere meglio la decisione del Tribunale, appare di immediata evidenza un'inquietante riduzione dell'indipendenza reale dell'Autorità Giudiziaria ed emerge quanto il clima di pesante intimidazione che si respira nel Paese nei confronti dei poteri di garanzia finisca per riflettersi significativamente sulla tutela dei diritti fondamentali.
Infatti, a fronte della vera e propria mattanza che si è verificata alla Scuola Diaz, della falsità dei verbali di arresto che attestavano l'esistenza di armi nella scuola e la resistenza attuata dai suoi occupanti, della falsità delle prove portate in giudizio, ed in particolare delle bottiglie molotov, asseritamente trovate in quell'occasione, sono stati condannati solo gli uomini del reparto Celere di Roma, guidati dal Questore Canterini, senza risalire la catena di comando sino a coloro che avevano la responsabilità dell'azione ed in ciò la Commissione Parlamentare d'inchiesta, promossa e non attuata, avrebbe potuto, e potrà, fare maggiore chiarezza.
In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, non si può non rilevare che sia mancato il coraggio di dire che i massimi vertici della Polizia non possono essere stati ingannati da agenti di basso livello; che l'intera operazione, non a caso affidata allo specializzato Reparto Celere di Roma, fosse stata preventivata; che chi ha ordinato l'arresto di quei ragazzi fosse ben conscio che erano innocenti.
Dunque, ancora una volta, la Giustizia si è dimostrata un po' più uguale per alcuni e meno per altri.
Tutto ciò non ci deve fare dimenticare che, però, come nel caso della sentenza per i fatti di Bolzaneto, è stata accertata una gravissima responsabilità della Polizia, che questa volta è giunta sino ad investire un Questore, con il riconoscimento di risarcimenti (poco o tanto, in questa sede non rileva) in favore delle persone offese, risarcimenti che saranno a carico dallo Stato, che dovrà pagare per il comportamento gravemente illecito dei suoi funzionari e agenti. Contiamo che nei confronti di costoro vengano, in ogni caso, assunti i dovuti provvedimenti disciplinari, naturalmente conseguenti ai loro comportamenti delittuosi e confidiamo che quanto accaduto possa costituire anche un monito per il futuro per gli agenti, mandati allo sbaraglio e lasciati soli di fronte alle responsabilità.
In definitiva, il giorno della Diaz (e di Bolzaneto) è stato uno dei giorni più brutti per la democrazia italiana e la sentenza non ne ha saputo cogliere fino in fondo la gravità, limitandosi all'accertamento della responsabilità degli autori materiali: ancora una volta, lo Stato ha dimostrato di non sapere giudicare fino in fondo se stesso.
15 novembre 2008
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI
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