Il fascicolo è stato aperto nelle settimane passate, a sette anni e passa dai fatti. A sorpresa nei giorni scorsi è stato interrogato in procura l´attuale capo della Digos genovese, Giuseppe Gonan. E intanto ci sarebbero già i primi indagati. Uno è Coda di Cavallo, l´agente in borghese che fu ripreso a lungo mentre ai piani superiori della scuola Diaz infieriva a colpi di manganello su alcuni ragazzi inermi. Il fotogramma che lo inquadrava in primo piano aveva fatto il giro di tutte le questure d´Italia, il volto era riconoscibilissimo e poi c´era quell´inconfondibile capigliatura. I magistrati avevano chiesto alle forze dell´ordine: come si chiama il vostro collega? I vertici del Ministero - l´allora e l´attuale capo della polizia: Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli - avevano garantito personalmente ai pubblici ministeri la massima collaborazione nelle indagini. Ma dal luglio 2001 nessuno ha mai identificato il collega, nessuno si è fatto avanti. Fino appunto a qualche settimana fa, quando i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini sono venuti a capo dell´enigma. Perché Coda di Cavallo aveva avuto l´arroganza di presentarsi in aula - con i capelli debitamente tagliati - ed assistere ad alcune udienze mischiato tra il pubblico. E dunque, l´agente-picchiatore ha finalmente un nome. Si tratterebbe di un sottufficiale della Digos del capoluogo ligure, proprio l´ufficio che era stato incaricato di identificare i circa duecento uomini della irruzione.
L´ultima beffa, hanno commentato amaramente i magistrati. Ma anche la dimostrazione che il teorema della «doppia polizia» non è mai esistito: qualcuno nella notte della Diaz voleva distinguere tra buoni e cattivi, tra investigatori e «celerini». L´omertà ha invece finito per omologarli tutti.