La norma sulla sospensione dei processi meno recenti, il cosiddetto decreto «salva-premier», potrebbe avere come effetto la sospensione dei procedimenti giudiziari sui fatti del G8 di Genova, quelli che vedono alcuni agenti, funzionari e dirigenti delle forze dell'ordine imputati per i maltrattamenti avvenuti alla caserma Bolzaneto e durante l'irruzione notturna nella scuola Diaz. E per questo motivo il comitato Verità e giustizia per Genova, costituito per tutelare le vittime dei pestaggi e dei soprusi attribuiti ai poliziotti, lancia l'allarme. E chiede l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «affinché ci risparmi da questo scempio».
«BEFFA E INGIUSTIZIA» - L'eventuale sospensione dei processi a carico degli agenti, secondo il comitato, dopo sette anni di indagini e udienze «sarebbe una beffa e un atroce atto di ingiustizia per le centinaia di vittime degli abusi compiuti nella caserma di Bolzaneto e nella scuola Diaz e per tutti i cittadini democratici. Sarebbe un atto così grave - sottolineano - che stentiamo a credere che possa davvero compiersi».
VERSO LE SENTENZE - Quelli di «Verità e giustizia» ricordano che i due procedimenti giudiziari sono alla vigilia della sentenza di primo grado: quella per i maltrattamenti a Bolzaneto, riguardante 45 agenti, è stata messa in calendario per il mese di luglio: quella per i fatti della Diaz, che coinvolge 29 funzionari e dirigenti di polizia, è invece attesa per novembre.
«ATTO SOSTANZIALMENTE EVERSIVO» - «Se davvero il Parlamento decidesse di bloccare questi delicati processi - sostiene il comitato - saremmo di fronte ad un atto sostanzialmente eversivo: si impedirebbe alla magistratura di fare la sua parte, almeno in primo grado, in merito ad eventi che hanno segnato una gravissima caduta dello stato di diritto, gettando discredito sulle nostre forze dell'ordine e sull'intero ordinamento democratico italiano». Non solo: «Si impedirebbe a centinaia di persone vittime degli abusi - puntualizza «Verità e giustizia» - di aspirare a un risarcimento morale attraverso la giustizia. Si impedirebbe a tutti i cittadini di recuperare fiducia nella legalità costituzionale, che a Genova fu sospesa e che il Parlamento si appresta ad accantonare».
AGNOLETTO: NAPOLITANO NON FIRMI - Anche Vittorio Agnoletto, che ai tempi del G8 era il portavoce del Genoa Social Forum e oggi è eurodeputato del Prc, chiede a Napolitano di fare la sua parte. «A Genova - ricorda -, durante la cerimonia ufficiale del 25 aprile avevo consegnato al Presidente della Repubblica i verbali delle requisitorie del Pubblico Ministero sulle torture di Bolzaneto. Napolitano in quell'occasione dichiarò di condividere la nostra richiesta di verità e giustizia pur ricordando, ovviamente, che non aveva alcun potere d'interferire con il lavoro della magistratura. Oggi, invece, il Presidente della Repubblica ha la possibilità di contribuire direttamente alla ricerca della verità e della giustizia confermando, con un atto concreto, quanto pubblicamente dichiarato il 25 aprile. Accolga l'appello del Comitato Verità e Giustizia di Genova, si rifiuti di firmare la legge sulla sospensione dei processi, impedisca che la verità sulle drammatiche giornate genovesi sia definitivamente archiviata»