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comunicato Osservatorio sulla Repressione PRC-SE
Italo Di Sabato (Responsabile nazionale Osservatorio sulla Repressione PRC-SE)
22 giugno 2007

A sentire e leggere le dichiarazioni fatte in questi giorni da Berlusconi, La Russa, Casini, ma anche da esponenti del centrosinistra come il ministro Di Pietro - a riguardo le ammissioni del vicequestore Michelangelo Fournier sulla "macelleria messicana" compiuta dalle forze dell'ordine alla scuola Diaz durante i tragici giorni del G8 a Genova e la rimozione del capo della polizia De Gennaro - mi sembra di tornare a sentire e leggere le dichiarazioni che le giunte militari in Cile ed in Argentina, facevano a fronte di chi chiedeva verità e giustizia sulle migliaia di migliaia di uomini e donne, torturate e ammazzate dai regimi dittatoriali in carica.

Per anni abbiamo denunciato gli abusi compiuti a Genova e le coperture garantite a chi le ha commesse, chiedendo a più riprese una tempestiva sospensione dei dirigenti imputati e la rimozione del capo della polizia. Non siamo stati ascoltati

Il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha annunciato la fine del mandato di De Gennaro ma senza legarla alla disastrosa gestione del G8 del 2001 e al comportamento tenuto dalla polizia negli anni successivi, con gli ostacoli al lavoro della magistratura, la legittimazione di fatto degli abusi compiuti, le scandalose promozioni dei dirigenti imputati.

La destra, per puro riflesso condizionato, accusa Prodi di avere fatto un regalo alla sinistra radicale. La verità è ben altra: ancora una volta la politica non ha il coraggio di fare la propria parte e di denunciare quanto accaduto a Genova come inaccettabile. Prodi avrebbe dovuto dire - specie dopo il clamore suscitato dalle dichiarazioni di Michelangelo Fournier - che De Gennaro viene avvicendato per evidenti ragioni di opportunità. E invece di cavarsela affidandosi alle inchieste della magistratura, avrebbe dovuto dire che sarà cura del governo e della maggioranza fare piena luce sulle responsabilità della polizia di stato e degli altri corpi di sicurezza, al fine di mandare un messaggio di trasparenza e di fiducia sia ai cittadini sia a chi lavora nelle forze dell'ordine.

Per tutte queste ragioni non è più rinviabile la costituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare. Non una generica indagine sui "fatti di Genova", ma una minuziosa ricostruzione di cosa, chi e perché nell'organizzazione e gestione dell'ordine pubblico ha ordinato e prodotto quello che Amnesty International ha definito la "sospensione di qualsiasi diritto democratico", al fine anche di ridare fiducia e credibilità alle forze dell'ordine. La maggioranza di governo ha l'obbligo di fare scelte coraggiose e di rompere con le politiche securitarie compiute nella seconda metà degli anni novanta. Spero che l'addio a De Gennaro possa chiudere un ciclo anche a tutto questo.