All'indomani delle dichiarazioni spontanee rilasciate dal terrorista Thomas Kram che davanti ai magistrati della Procura di Bologna ha affermato che, circa la strage alla stazione del 2 agosto 1980, la pista palestinese è un tentativo di depistaggio, ad entrare dallo stesso portone di via Garibaldi è stato Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione che riunisce i famigliari delle vittime dell'attentato.
Secondo quanto trapelato dalla Procura, Kram, avrebbe detto: "A Bologna c'è chi parla di pista palestinese per distogliere l'attenzione dalla strategia della tensione che c'era in quegli anni". La teoria della pista palestinese, in città, ha tra i suoi sostenitori l'ex parlamentare di Fli (precedentemente di An e Pdl) Enzo Raisi che, proprio pochi giorni fa ha sollecitato i magistrati a portare avanti questo secondo filone dell'inchiesta sulla strage, in cui morirono 85 persone e 200 rimasero ferite, emerso dai lavori della commissione Mitrokhin. Secondo Raisi (che ha fatto parte della commissione e sulla strage ha di recente pubblicato il libro "Bomba o non bomba") ci sarebbero state diverse coincidenze che farebbero pensare, appunto, a una pista palestinese. A questa teoria si è sempre opposto con forza Paolo Bolognesi che oggi, uscito dalla Procura non ha però voluto rilasciare dichiarazioni circa la sua convocazione. Per quanto riguarda i magistrati che lavorano sul secondo filone d'inchiesta, la loro attenzione su Kram è concentrata a far luce sulla presenza sua e di Christa Froilich, che come lui era legata al gruppo del terrorista venezuelano Carlos, la sera prima in un albergo a poca distanza dalla stazione. A seguito dell'interrogatorio di Kram e delle indagini portate avanti negli ultimi mesi, a colpi di rogatorie internazionali, il capo della Procura di Bologna, Roberto Alfonso, e il magistrato incaricato delle indagini, Enrico Cieri, sembrerebbero comunque propensi a chiudere questa seconda pista di indagini con un'archiviazione a carico dei due tedeschi. "Questa pista - ha commentato Alfonso - è stata valutata attentamente ed è stato fatto un enorme lavoro per compiere tutti gli approfondimenti del caso, come era doveroso fare. Questo non significa che si possa sostenere l'azione penale e affermare con certezza che i missili di Ortona sono stati il movente della strage del 2 agosto, avendo la prova che la strage alla stazione fu connessa a uomini appartenenti al gruppo di Carlos. Lo verificheremo e tireremo le conclusioni, abbiamo ancora del materiale che stiamo aspettando e che dovremo esaminare. Poi se c'è da archiviare, archivieremo". I missili di Ortona, a cui il Procuratore capo fa riferimento, sono 3 missili trovati nella cittadina balneare abruzzese nel 1979 e che, dalle indagini si appurò appartenessero un'organizzazione terroristica palestinese e al suo leader, Abu Anzeh Saleh che venne quindi arrestato. Secondo la teoria della pista palestinese, che fa riferimento al cosiddetto Lodo Moro (che prevedeva il libero passaggio sul territorio nazionale di armi ed esplosivi palestinesi, volto a interrompere la spirale di terrorismo di quegli anni che aveva spesso visti legati terroristi rossi ed altri provenienti dalla Palestina), l'esplosione della bomba alla stazione di Bologna fu la ritorsione dei seguaci di Abu Anzeh Saleh.