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IL DITO, LA LUNA E LA P2
Francesco "baro" Barilli
21 febbraio 2006

Non è mia intenzione fornire una disamina approfondita di ciò che era la loggia massonica P2 ("Propaganda 2"). Sul web potete trovare materiali in abbondanza sull'argomento, mentre qui intendo dare solo una sintesi ai meno informati. A questi basterà sapere che l'esistenza della P2 venne alla luce nei primissimi anni '80, quando la Magistratura, nell'ambito delle indagini sul "caso Sindona", sequestrò diversi documenti nell'abitazione e negli uffici di Licio Gelli, gran maestro della massoneria. Una notizia nota a molti è che leggendo la lista degli iscritti alla P2 (con lo sguardo rivolto all'attualità e non al contesto degli anni '70/'80) il nome più illustre che balza agli occhi è quello di Silvio Berlusconi. L'attuale premier negò la sua appartenenza alla loggia, e per questo fu condannato per falsa testimonianza (sentenza priva di conseguenza per un'amnistia sopraggiunta nel frattempo).
Sull'argomento, come accennavo, si potrebbero scrivere pagine e pagine, ma si rischierebbe di fuorviare la discussione da quello che è OGGI, a mio avviso, il nocciolo della questione. I tempi sono cambiati, e parafrasando il detto "se punti il dito verso la luna, solo lo stolto guarderà il dito", non è possibile distinguere il dito dalla luna, se osserviamo i fatti con lenti non più adeguate al passare del tempo.
Vorrei dunque proporre un'analisi diversa della questione, attualizzata e non ferma all'indiscutibile (e gravissima) anomalia di un premier che ha fatto parte di un'associazione ritenuta eversiva. Tutto questo per far sì che sia chiaro a tutti il pericolo di un "berlusconismo senza Berlusconi" (vivissimo nel centrodestra, ma presente in forma strisciante anche in ambienti del centrosinistra) e affinchè nessuno di noi faccia la figura dello stolto occupandosi del dito e dimenticando la luna.
Lo farò tramite "un giochino": visitate il sito della "Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna" (www.stragi.it), associazione che con enorme impegno si batte da anni, oltre che per ottenere completa giustizia sulla strage di Bologna e per mantenerne la corretta memoria storica, anche per denunciare le influenze piduiste nelle istituzioni. Da questo sito potete scaricare integralmente il "Piano di rinascita democratica", ossia il manifesto d'intenti della P2.
Ecco il giochino: selezionate il documento e, con un facile "copia e incolla", montategli come intestazione il simbolo di Forza Italia. Se ora lo leggete, troverete un sunto delle intenzioni della Casa delle Libertà, in parte realizzate nell'ultimo quinquennio. Troverete diverse cose interessanti in quelle che erano le intenzioni della P2; in sintesi: una magistratura meno indipendente e più controllata dall'esecutivo, con diverso regolamento per accessi e carriere; un premier dotato di maggiori poteri; un parlamento ridimensionato nei suoi compiti; lo svuotamento del servizio televisivo pubblico; il controllo del mondo dell'informazione... E sempre come riassunto può essere illuminante il giudizio che diede la Commissione Stragi sulla natura della P2: "tutta la storia della P2 dimostra un tentativo di occupazione del potere e si realizza attraverso la distribuzione di uomini propri in ogni posto di responsabilità ... (questo) si fonde con lo sforzo di realizzazione di un progetto politico e di un assetto istituzionale che stravolge radicalmente quello esistente impossessandosene da dentro e violandone i suoi principi fondamentali".
Tempo fa, in un'intervista a Repubblica, Licio Gelli disse: "Guardo il paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore". Ora che ci è arrivato persino Papa Ratzinger, non vedo perché Gelli dovrebbe rinunciare al copyright. L'importante è che per gli italiani torni ad essere chiaro dove sta la Luna e quale sia il dito che la sta indicando.



Francesco "baro" Barilli