Di Sebastiano Gulisano
Le Verità Di Reti In/Visibili
Fonte: Da "Avvenimenti" n. 49 - dicembre 2004
12 dicembre 2004
Da Milano a Roma, da Genova a Palermo, da Firenze a Viterbo, da Brescia a Napoli, le associazioni per la verità sulle stragi e quelle sugli omicidi commessi dalle forze dell'ordine e rimasti impuniti si mettono in rete. E per farlo scelgono una data simbolo, il 12 dicembre 2004, trentacinquesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. "In Italia c'è la netta scelta di non fare informazione - dice Haidi Gaggio, la madre di Carlo Giuliani, ucciso a Genova nei giorni del G8 del 2001 -; non fare informazione significa anche non creare memoria. E allora tocca a noi farlo, ricordare chi è morto, ma anche denunciare, contribuire alla verità, perché la memoria non ci serve se non aiuta a fare luce".
Le parole di Haidi Gaggio suonano come una sorta di manifesto programmatico del neonato Reti in/visibili, coordinamento di diciassette associazioni "con storie diverse, ma con una comune voglia di verità", precisano i promotori, che non hanno una sede sociale ma online, un sito internet (www.reti-invisibili.net) in cui la pagina iniziale chiarisce qual è "il filo che unisce" le varie storie: "Innanzitutto la matrice della mano omicida: fascisti, organizzazioni mafiose, singoli elementi delle forze dell'ordine rimasti impuniti. Poi i silenzi, le inefficienze, i depistaggi che hanno contraddistinto l'operato di certi apparati dello Stato, rendendo difficoltose le indagini e ostacolandole in modo spesso irrimediabile (pensiamo ad esempio al segreto di Stato, ancora inspiegabilmente operante sulle stragi)". Si va dal Comitato Piazza Carlo Giuliani di Genova al Centro di documentazione sulla mafia "Giuseppe Impastato", dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di Piazza Fontana a Milano (1969) e di Piazza della Loggia a Brescia (1974) a quella napoletana dei familiari delle vittime del treno 904 (1984) e altre ancora. Ogni nome, ogni data, rappresenta una ferita ancora aperta della storia d'Italia. "I fatti ci dicono - ricorda Lucia Bruno, sorella di Piero, ucciso da un poliziotto a Roma nel 1975 e al quale è intitolato un Comitato che si batte ancora per avere giustizia - che in questo paese ci sono stati 150 morti e oltre 600 feriti solo nelle stragi tra il '69 e l'84. E la maggioranza non ha ancora mandanti e colpevoli".
Principale obiettivo di Reti in/visibili, oltre all'abolizione del segreto di Stato e del segreto militare su tutto ciò che può essere utile all'accertamento della verità sulle stragi, l'informazione e la formazione, con le scuole come interlocutori privilegiati. E un appuntamento annuale, "la giornata della Verità". Una giornata itinerante - nel paese e nel calendario -, che di anno in anno coinciderà con l'anniversario del fatto sul quale Reti in/visibili deciderà di concentrare le proprie forze. E su queste vicende il centrosinistra deve "scegliere chiaramente da che parte stare", sottolineano i promotori: "Non è più accettabile - chiariscono - vedere sacrificati, nel nome della convenienza politica o delle nuove alleanze, valori che per noi sono alla base di qualsiasi accordo sociale quali la giustizia e la verità".
Le parole di Haidi Gaggio suonano come una sorta di manifesto programmatico del neonato Reti in/visibili, coordinamento di diciassette associazioni "con storie diverse, ma con una comune voglia di verità", precisano i promotori, che non hanno una sede sociale ma online, un sito internet (www.reti-invisibili.net) in cui la pagina iniziale chiarisce qual è "il filo che unisce" le varie storie: "Innanzitutto la matrice della mano omicida: fascisti, organizzazioni mafiose, singoli elementi delle forze dell'ordine rimasti impuniti. Poi i silenzi, le inefficienze, i depistaggi che hanno contraddistinto l'operato di certi apparati dello Stato, rendendo difficoltose le indagini e ostacolandole in modo spesso irrimediabile (pensiamo ad esempio al segreto di Stato, ancora inspiegabilmente operante sulle stragi)". Si va dal Comitato Piazza Carlo Giuliani di Genova al Centro di documentazione sulla mafia "Giuseppe Impastato", dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di Piazza Fontana a Milano (1969) e di Piazza della Loggia a Brescia (1974) a quella napoletana dei familiari delle vittime del treno 904 (1984) e altre ancora. Ogni nome, ogni data, rappresenta una ferita ancora aperta della storia d'Italia. "I fatti ci dicono - ricorda Lucia Bruno, sorella di Piero, ucciso da un poliziotto a Roma nel 1975 e al quale è intitolato un Comitato che si batte ancora per avere giustizia - che in questo paese ci sono stati 150 morti e oltre 600 feriti solo nelle stragi tra il '69 e l'84. E la maggioranza non ha ancora mandanti e colpevoli".
Principale obiettivo di Reti in/visibili, oltre all'abolizione del segreto di Stato e del segreto militare su tutto ciò che può essere utile all'accertamento della verità sulle stragi, l'informazione e la formazione, con le scuole come interlocutori privilegiati. E un appuntamento annuale, "la giornata della Verità". Una giornata itinerante - nel paese e nel calendario -, che di anno in anno coinciderà con l'anniversario del fatto sul quale Reti in/visibili deciderà di concentrare le proprie forze. E su queste vicende il centrosinistra deve "scegliere chiaramente da che parte stare", sottolineano i promotori: "Non è più accettabile - chiariscono - vedere sacrificati, nel nome della convenienza politica o delle nuove alleanze, valori che per noi sono alla base di qualsiasi accordo sociale quali la giustizia e la verità".