Firenze, il messaggio del titolare dell'indagine al legale dei familiari riapre la polemica sulla morte del giovane. "Almeno uno dei militari lo prese a calci mentre era immobilizzato a terra". Ma poi la Procura negò le violenze.
Era il 17 marzo quando il pm titolare del fascicolo sulla morte di Riccardo Magherini scriveva all'avvocato della famiglia che c'era motivo di ritenere che uno dei militari intervenuti quella notte lo avesse picchiato. Il magistrato, Luigi Bocciolini, sembrava non avere dubbi, tanto da scriverlo in una mail, pur chiarendo che non vi era prova che quella fosse stata la causa della morte. Comunque, spiegava, c'erano gli estremi per contestare a quel militare le percosse.
Non una cosa da poco. Per di più comunicata in forma scritta all'avvocato della parte offesa. Erano passate due settimane esatte dalla notte in cui Magherini, ex calciatore nelle giovanili della Fiorentina ormai quarantenne e padre di un bimbo di 2 anni, era morto durante un arresto. Ma il magistrato, nonostante ancora mancassero i risultati di parecchi accertamenti, sembrava certo: "Sotto il profilo del segreto investigativo, Le rappresento la situazione: vi è in fondato (qui un errore di battitura, tutto fa pensare che il pm volesse dire "il" o "un") motivo di ritenere che almeno uno dei militari intervenuti abbia colpito il ragazzo con dei calci al fianco mentre era a terra ammanettato". Il pm aveva già visionato il video girato da una finestra che affaccia su Borgo San Frediano mostrato durante una conferenza stampa indetta dal presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi giovedì in Senato e sembrava avere le idee piuttosto chiare.
Tanto che, continua: "Non appare essere, allo stato, una condotta influente sotto il profilo eziologico con l'evento "morte", ma le indagini proseguono per individuare il militare (quanto meno sussiste l'art. 581 c.p., percosse)". Insomma, in barba al citato "segreto investigativo", il magistrato non lascia dubbi su quale sia il suo orientamento sulla vicenda.
Che le percosse ci siano state pare essere indubbio, tanto da ipotizzare il reato, anche se non è detto che abbiano causato la morte. Eppure, due giorni fa, la procura di Firenze, in risposta alla conferenza stampa del senatore Manconi, ha diffuso un comunicato di tutt'altra natura in cui precisa che "non si evidenziano violenze di alcun genere contro Magherini. Si odono distintamente invocazioni di aiuto da parte dello stesso, di contenuto analogo a quello che, secondo le univoche dichiarazioni dei testimoni, faceva anche prima dell'intervento dei carabinieri e che denunciavano una condizione di agitazione psico-motoria e uno stato di allucinazione che avevano indotto i militari a richiedere l'intervento del 118".
La Procura anticipa anche i risultati dell'autopsia effettuata sul corpo del 40enne (risultati che, peraltro, ancora non sono ufficialmente arrivati agli inquirenti) e precisa che: "Non sono state riscontrate lesioni riconducibili a percosse". Una nota che ha messo in allarme i familiari della vittima che su Repubblica hanno chiesto per quale motivo la procura, nel giro di un mese e senza alcun esito ufficiale, abbia cambiato idea. E che, in ogni caso, non spiegano le tante ecchimosi sul corpo dell'ex calciatore e molte delle dichiarazioni di alcuni dei testimoni che, dalla finestra, hanno assistito all'arresto.